La mia sul nanopublishing
Ultimamente si è aperto un dibattito sul nanopublishing, ha iniziato BlogDiscount seguito da Macchianera. La discussione è sempre più attuale visto la crescità dei network di nanopublishing come Blogo, Blogcenter, Blogosfere, Communicagroup. Attualmente questi network offrono rispettivamente 17, 5, 32, 8 blog tematici. Dietro ogni singolo blog ci sono una o più persone che scrivono. Alcune hanno il loro blog personale altre si sono appena lanciate in questo mondo. Ci sono giornalisti, appassionati, professionisti che scrivono per un argomento che rispecchia il proprio lavoro nel mondo reale o la propria passione.
L'idea del nanopublishing è organizzare e verticalizzare ciò che si scrive magari guadagnandoci sopra. Guardando qualsiasi dinamica di economia vediamo sempre che quando si crea un nuovo mercato spesso proviene dal mondo amatoriale, poi ci si buttano un po' tutti, successivamente ci si aggrega, spesso alla fine accade che il mercato si satura o che peggio diminuisce. A quel punto solo i "migliori" rimangono in piedi.
Più o meno è quello che accade e forse accadrà per il nano publishing italiano.
Io scrivo per Ecoblog che fa parte del network Blogo. Ho un esperienza di più di un anno su questo mio blog personale e ho deciso di scrivere su Ecoblog quando quest'ultimo rimase senza blogger. Un Peccato visto che era un blog che leggevo spesso. Ho iniziato per scherzo, per provare e ora sono contento di averlo fatto. Non lo faccio per soldi, soldi ne arrivano pochi, colpa anche del fatto che Ecoblog non tratta argomenti di massa, ma lo faccio per passione. Scrivo su Ecoblog perchè mi da la possibilità di far leggiere ciò che scrivo a molte più persone rispetto al mio blog personale. Questo forse proprio perchè è un blog tematico e in più gode della crescita del network stesso.
Alcune delle accuse che sono state mosse ai nanopublisher sono, rispondo prendendo in considerazione la mia personale esperienza:
- riportare semplicemete ciò che scrivono i blog stranieri.
Parzialmente vero, non facciamo solo quello ma facciamo anche quello. Cosa c'è di male? Quante persone non conoscono l'inglese, non conoscono altri blog stranieri o semplicemente non vanno a leggerli? Tanta. Tradurre e riportare ciò che succede nel resto del mondo lo trovo utile.
- riportare i post degli altri così come sono:
Personalmente segnalo i post di altri blog che hanno attinenza con Ecoblog, non li considero avversari ma anzi "collaboratori". Succedono così tante cose nel mondo che è impossibile stare dietro a tutto. Ben venga segnalare qualcosa di interessante che ha scritto qualcun'altro ancora meglio (come spesso facciamo) commentando la notizia e magari aggiungendo informazione.
Cos'altro facciamo? Oltre a riportare ciò che scrivono gli altri su blog, siti, giornali, tv, riviste convogliando le notizie che riteniamo importanti in un unico punto (il che mi sembra molto utile) creiamo anche la notizia. Su Ecoblog ad esempio ci scrive anche un giornalista freelance di nome Eugenio che spesso si trova per lavoro o passione in qualche conferenza stampa dove ha la possibilità di intervistare personaggi importanti. Spesso accade che sono aziende o ricercatori che vogliono farsi conoscere o far conoscere i propri prodotti.
Insomma non credo che stiamo facendo qualcosa di inutile, lo facciamo per passione e se arriverà qualche soldo meglio. Agli altri la decisione di leggerci o meno. La mia previsione è che la pubblicità sul web aumenterà di tanto nei prossimi anni e credo che una fetta andrà ai network di nanopublishig. vedremo su quali...
Altri che hanno detto la loro sull'argomento:
Mantellini, Sestaluna, Wikilab, Pandemia, Qix
Etichette: blogs, nanopublishing
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