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Web Briblo

dicembre 17, 2009

Costo reale dell'energia e tariffe flat, facciamo due conti

Ho preso le mie bollette degli ultimi 3 anni della corrente elettrica, ossia da quando mi hanno attivato la telelettura. Mi sono appuntato le letture del contatore. Ho diviso poi il totale delle bollette per il totale dei KWh consumati. E' venuto fuori che nel 2007 pagavo 0,14 € per KWh (compreso bolli, tasse, canone, tutto), nel 2008 0,12€ e nel 2009 0,18€.

Nel 2009 ho consumato una media di 173 KWh/mese, spendendo circa 30€ /mese. Quindi la tanto pubblicizzata tariffa flat dell'enel di 28 euro (per un consumo fino a 225 KWh, ossia medium) al mese + imposte + iva potrebbe essere leggermente vantaggiosa solo se dovessi aumentare i consumi. Usando tutti i 225 KWh disponibili infatti si arriverebbe a pagarli circa 0,15€ al KWh.

Tutto sommato manterrò il contratto con l'AGSM, stipulato attraverso CommercioEtico.it, che oltretutto immette in rete per ogni KWh che consumo 1 KWh di energia proveniente da fonti rinnovabili certificate.

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ottobre 11, 2009

Non sentirti solo


Vi è mai capitato di porvi una domanda e dire "ah... se solo avessi un collegamento troverei la risposta sul web..."
Per esempio mi trovavo ieri a pranzo con i miei colleghi e ci chiedevamo quanto fosse alto il ministro Brunetta. E' stata l'occasione di provare un nuovo servizio: Never Alone. Basta chiamare il numero 0080080080054 ed è possibile fare qualsiasi domanda, dall'altra parte ci sarà un operatore che cercherà la risposta su internet. Di servizi così ce ne sono a bizzeffe, da quello pubblicizzato da Bisio o a quello dei Telecom Italia. La vera novità sta nella gratuità, il tutto è ripagato da una pubblicità che chi chiama dovrà sorbirsi prima di parlare con l'operatore. Nel mio caso ho dovuto aspettare una trentina di secondi di pubblicità, più ulteriori 45 di attesa.

La risposta alla domanda sull'altezza del ministro è stata di 1 e 52, anche se però l'operatrice. onestamente, mi ha detto che non ha trovato nulla di ufficiale. Devo ammettere che la domanda era particolare ed io stesso successivamente ho provato a cercare la risposta non trovando nulla di certo.

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marzo 17, 2009

Datalogic, un'azienda seria

La ditta in cui lavoro commercializza un gestionale per le edicole. Insieme al programma vendiamo un lettore di codici a barre. Per quest'ultimo ci affidiamo alla Datalogic. Questa azienda ha rinnovato l'offerta dei lettori con dei nuovi modelli su cui però ho avuto qualche problema di configurazione.
Ho deciso così di provare a riempire il modulo di assistenza presente sul loro sito. Spesso e volentieri nessuno risponde a tali richieste.
Con enorme stupore, dopo appena 2 ore, vengo contattato da un tecnico. In prima battuta mi conferma ciò che avevo intuito: la programmazione particolare che volevo effettuare non era più disponibile per i nuovi modelli. Mi sarei accontentato di tale risposta se non fosse che, durante la giornata, ricevo una nuova telefonata dallo stesso tecnico che aveva trovato il modo di risolvermi il problema.
Sono rimasto basito da così tanta efficienza e cortesia. Complimenti.

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dicembre 14, 2008

Bollenti spiriti

Ultimamente si è innescata una forte discussione sul latte crudo. Tutto è nato dal fatto che in questi ultimi due anni si sono avuti 10 casi in infezione (c'è chi addirittura parla di 40 casi) di "sindrome emolitico uremica" causati dal batterio Escherichia coli che, forse, poteva essere presente nel latte crudo, latte che ultimamente sta incontrando il favore di molti consumatori.
In questi ultimi anni si stanno diffondendo a macchia d'olio i distributori automatici di latte crudo, nelle cascine, nei supermercati, su MilkMaps sono elencati tutti i distributori.
Dal produttore al consumatore, senza passaggi intermedi, senza lavorazioni. Meno imballaggi (si può riutilizzare sempre lo stesso), meno spostamenti, meno inquinamento. Costo inferiore, prodotto genuino, se ben lavorato e conservato.
C'è chi consiglia, per evitare problemi di salute, di bollirlo prima di consumarlo, ma così perde anche gran parte delle sue qualità nutritive e sensoriali. Tanto vale prendere il latte fresco confezionato.
Su questo argomento c'è una grande confusione. Leggo su AltroConsumo:

Giugno 2006 "Il latte crudo è un prodotto che ha senso consumare crudo, appunto, altrimenti tanto vale comprare il latte fresco pastorizzato e confezionato. Perciò non abbiamo apprezzato i due erogatori che forniscono come consiglio quello di bollire o, peggio ancora, pastorizzare, il latte."
Sempre a Giugno 06 "Visto che il fenomeno sembra destinato a prendere sempre più piede è necessario garantire una qualità impeccabile e maggiori informazioni ai consumatori, come la raccomandazione a scaldare il latte crudo ad almeno 70°C quando è destinato a persone anziane, debilitate o a bambini sotto i tre anni."
Dicembre 08 "Le autorità suggeriscono di far bollire il latte con un trattamento a 100° che uccida i batteri patogeni. La cara vecchia bollitura del latte (lo mettevano sul fuoco anche le nostre nonne) modifica però le proprietà nutritive e il gusto caratteristici di questo latte. In poche parole: la cottura casalinga rende il latte crudo piuttosto simile a quello trattato termicamente. A questo punto ci chiediamo noi: vale la pena comprarlo se poi bisogna farlo bollire?"

La sicurezza alimentare va garantita. I controlli vanno fatti ed il consumatore deve essere tutelato. Ma tutto questo polverone mi è sembrato un po' eccessivo, strumentalizzato politicamente e sfruttato mediaticamente, e poi i maligni possono sempre pensare che ci sia lo zampino delle lobby del latte di marca.

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novembre 28, 2008

La social card..zata

Secondo Altroconsumo la social card sarà uno strumento costoso, poco utile e che farà girare i soldi ai soliti grandi gruppi: Enel, Eni, Poste... leggi qui...

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giugno 11, 2008

Le aziende non capiscono

Uno compra dei mobili, riscontra dei problemi e li elenca sul suo blog. L'azienda produttrice (Mosaico Arredamenti), invece di risolvere la situazione, chiede un risarcimento di 400.000 euro.

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maggio 01, 2008

SMS Consumatori

Stai facendo la spesa. Vedendo il cartellino "offerta" sotto le fragole decidi di farne incetta e farti un bel frullato. Poi dai un'occhiata al prezzo e ti viene un dubbio. Allora prendi il telefonino e mandi un SMS al numero "47947", dopo qualche istante il servizio SMS Consumatori ti risponde comunicandoti il prezzo medio. A quel punto ti rendi conto che il cartellino "offerta" è un po' truffaldino e decidi di prenderne un po' meno, il frullato sarà per la prossima.

Questo è un esempio del servizio messo in piedi dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali: SMS Consumatori. Gli SMS sono gratuiti, sin in invio che ricezione, ovvero lo paghiamo con le tasse. Per me, che ho una memoria per i prezzi scadente, potrebbe far comodo, per mia moglie invece no. Però visto il mio scarso uso del cellulare credo che lo sfrutterò poco.

[via Ecoblog]

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marzo 21, 2008

Rimborso canone Telecom per guasto

Tempo fa sono stato vittima di un guasto alla linea telefonica. Il guasto si è protratto nel tempo (due settimane) a causa di riparazioni errate.
Ho mandato un FAX al numero 803/308187 del servizio clienti 187 chiedendo il rimborso del canone per il mancato uso del telefono specificando tutti i dettagli.
Mi è arrivata ora la conferma scritta (già anticipata telefonicamente giorni fa) che riceverò un rimborso di quasi 80€ Per una volta sono sorpreso positivamente.
Il massimo sarebbe se tali rimborsi arrivassero senza bisogno di inviare FAX e quant'altro, sarebbe un ulteriore passo avanti tra consumatore ed azienda. Per il momento mi accontento.

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marzo 08, 2008

Class Action contro Telecom

Ti è mai arrivata una bolletta del telefono stratosferica? Colpa di quei numeri tipo 899, 166... oppure di qualche virus (dialer) che a tua insaputa a cominciato a fare chiamate dal tuo computer?

E' arrivato il momento di unirsi e fare una causa comune (class action) contro Telecom. Questa l'idea di Altroconsumo. Segnala il tuo caso.

[via Repubblica]

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marzo 01, 2008

Shopper free

La Cina ne consuma 1.000 miliardi, nel resto del mondo 200. Sto parlando delle buste di blastica "shoppers". L'Irlanda è una delle poche nazioni interamente "shopper free", noi Italiani ne consumiamo 4 miliardi.
Il mondo intero ha dichiarato guerra ai sacchetti di plastica. La Cina, per esempio, dall'inizio delle Olimpiadi vieterà la distribuzione gratuita. Qui da noi le bustine in polietilene saranno al bando dal 2010... in teoria. Si perché in pratica doveva essere già in atto una riduzione graduale che invece non c'è.

Le strade da percorrere sono sostanzialmente 2: uso di bioplastiche e riuso.
Per la prima strada abbiamo l'esempio della Novamont, leader mondiale (italiana) per la produzione di ecoplastiche da materiali agricoli.
La produzione, il trasporto e tutto il resto genera comunque un impatto ambientale indiscutibile. Sarebbe meglio evitare l'uso dell'agricoltura per prodotti che non siano "cibo". Non tutte le bioplastiche sono anche biodegradabili.

La seconda soluzione, che non esclude certo la prima, è quella del riuso. Basterebbe avere in auto, pronte per l'uso, dei sacchetti, magari in stoffa ed il gioco è fatto. Scommettiamo che se facessimo pagare salatamente le buste di plastica tutti comincerebbero ad usare quelle in stoffa?

[via Economy]

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gennaio 30, 2008

Lavazza Blue

Mia moglie ha deciso di offrire ai suoi clienti il caffè. Abbiamo optato per una macchina espresso a cialde (comoda e veloce da usare), per la precisione Lavazza Blue (Lavazza è conosciuta ed apprezzata da tutti e fa molta pubblicità).
Ho acquistato la macchina on-line con cialde in offerta. L'idea di prenderla gratis pagandola acquistando le cialde è una cavolata, visto che le cialde si trovano a prezzi bassissimi su eBay.
Anche il mobiletto l'ho trovato ed acquistato sul web (Gruppo Cite). Insomma viva l'e-Commerce.

La macchinetta è arrivata dopo una settimana dall'ordine. Funziona bene, il caffè ai clienti piace, fa una bella cremetta, è importante solo farla riscaldare un po'. L'uso delle cialde è pratico, non sporca .
Il mobiletto è arrivato dopo un mese e mezzo, il prezzo era maggiore del previsto in quanto era solo 1 oggetto ordinato, per fortuna hanno avvisato per telefono. In compenso è funzionale e carino.

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gennaio 05, 2008

Scarpe Stone Haven

Stone HavenA Viterbo è tempo di saldi. Ho deciso di approfittarne per acquistare un paio di scarpe e sono andato da ScarpaMondo. Ero incuriosito dalle Geox, la scarpa che respira (pubblicità martellante), visto che estate/inverno ho sempre i piedi sudati. Ho provato tre modelli e tutti mi davano fastidio sul collo del piede, così ho rinunciato.

Mi è caduto l'occhio su un marchio a me familiare: Ecolabel, il marchio Europeo che certifica i prodotti a basso impatto ambientale. Non solo, c'era anche l'etichetta A.N.C.I. che assicura il prodotto Made in Italy (nulla di personale contro i Cinesi, ma l'idea che la scarpa non abbia attraversato mezzo mondo per arrivare ai miei piedi mi piace).

Ma le sorprese non finiscono qui: le scarpe prese di mira hanno anche un sistema Klimacomfort che ricambia l'aria nella scarpa mentre cammini.
Dentro la scatola c'era anche un foglietto illustrativo che spiegava che queste scarpe hanno bisogno di poca manutenzione e che, in caso di rottura, sono facilmente riparabili da un calzolaio. Una ditta di scarpe che ti spinge ad andare dal calzolaio anziché al negozio a ricomprarle mi è simpatica.

Insomma ho proprio trovato le scarpe per me, ovviamente sono anche comode e belle.
Per la cronaca: Stone Haven Ecogreen Derby Nero 15349

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dicembre 07, 2007

Bolletta online

Mi arriva ciclicamente l'offerta di di ricevere la bolletta elettrica online. Tra i vari motivi che l'Enel descrive per incentivarmi ad usare questa opportunità ci sono:
  • Ecologico: ti consente di rispettare l'ambiente riducendo il consumo di carta e di emissioni di CO2
  • Gratuito: il servizio non costa nulla ed è revocabile in qualunque momento direttamente online.
Gratuito? L'Enel risparmia a non spedire le bollette, sarebbe una buona idea girare tale risparmio al consumatore. Per fortuna a breve passerò ad AGSM, che oltretutto produce energia solo da fonti rinnovabili, che mi assicura uno sconto di 0,0025 euro/Kwh aderendo all'invio della bolletta via internet. Altro motivo per abbandonare Enel è il suo continuo investimento in energia nucleare, l'ultima notizia è di pochi giorni fa: quota del 12,5% in collaborazione con ERP nel nucleare francese.
Se volete far sapere come la pensate, potete compilare il questionario dell'Enel.

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dicembre 01, 2007

Tiscali ADSL

Incuriosito dalla pubblicità sono andato a vedere le nuove offerte ADSL di Tiscali. Ho visto che commercializzano una 7 mega a 19,95€ (io ho una 4 mega a 29,95).
Così chiamo il 130 e chiedo se posso cambiare. Risposta affermativa, pagando una tantum di 25€ (che recupererò in un paio di mesi).
La domanda è questa: ma se io non avessi chiamato mi avrebbero avvertito che potevo spendere meno ed avere di più? Credo di no. Eppure quando ci sono offerte vantaggiose (per loro) chiamano subito...

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novembre 16, 2007

Arriva la Class Action in Italia

Finalmente un passo avanti per la tutela dei consumatori: l'approvazione, arrivata per errore, della Class Action, di cui avevo parlato un paio d'anni fa.
Lo dichiaro solo "un passo avanti" in quanto c'è già chi si lamenta che sarà comunque complicatissimo e con tempi biblici per ricevere rimborsi. Ma dopotutto siamo sempre in Italia.

La Class Action è un'azione collettiva che unisce un gruppo di consumatori che hanno avuto un danno da un prodotto o servizio di una grande azienda o multinazionale. Con tante azioni singole non si riuscirebbero ad ottenere risultati accettabili.
Montezemolo lo considera un "atto ostile" verso le aziende, e c'entra il punto: un atto di guerra a tutte quelle aziende che se ne fregano del consumatore con l'unico obiettivo di strizzarlo fin quanto è possibile.

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febbraio 03, 2007

Mondo Convenienza

Tempo fa al Mondo Convenienza presi una parete attrezzata. Mi recai nel loro nuovo punto vendita a Vetralla, nella Tuscia, e dopo qualche giorno me lo portarono e montarono a casa.

Questa volta ho deciso invece di ordinare il tavolo, che da tempo avevo occhiato, direttamente sul loro sito internet. Una gentile signorina mi telefonò per confermare l'ordine e dopo qualche tempo mi richiamò per avvisarmi dell'imminente consegna, che avvenne puntualmente (oggi). Molto tempo fa presi anche degli accessori da bagno i quali si rivelarono errati. Senza tanti problemi me li cambiarono nel giro di una settimana. Mi richiamarono per essere sicuri che tutto era risolto!
Nel complesso una gestione del cliente ottimale, un uso corretto del mezzo internet. La qualità dei mobili non sarà eccelsa, ma basta saper scegliere e, personalmente, eviterei di prendere mobili che si usano tanto (come una cucina), in ogni caso fanno la loro figura. Magari la provenienza del legno non sarà certificata (da qualche parte risparmieranno pure visti i prezzi), chi sa quale foresta ho contribuito a distruggere... Alla fin-fine sono comunque molto soddisfatto.

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dicembre 16, 2006

Etichette per l'olio d'oliva

Segnalo via Blogeko l'iniziativa della Coldiretti Padova per l'etichettatura dell'olio d'oliva. Nulla contro l'olio straniero ma almeno che il consumatore sia informato. Poi passate qui Vetralla nella Tuscia che l'olio è buonissimo :)

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dicembre 02, 2006

Cracker all'acqua

ahhaha questa è bella: cracker all'acqua, a casa mia i cracker sono "secchi". A no scusate, il fatto è che usano l'acqua per l'impasto... chi sa cosa usavano prima!!!

[via Blogeko]

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settembre 16, 2006

Tecniche di convincimento

Da poco sono riniziate due cose che odio: il campionato di calcio e le telefonate di Sky (guardacaso queste due cose vanno molto a braccetto).
Ho notato una nuova tecnica da parte di questi "contact center" che provano a venderti qualcosa: fanno fina di non sentirti.

Mi spiego meglio.
Quando rispondi al telefono loro si presentano: "Salve sono .... della Sky ... nuova offerta ..." e vanno avanti così. Tu provi ad interromperli dicendo "no guardi non mi interessa", loro dicono: "come? scusi? non ho sentito." e riprendono il loro discorsetto imparato a memoria. Tu, che vuoi essere gentile replichi: "no guardi ho detto che non sono interessato", loro come se niente fosse: "come? scusi? non ho capito" e riprendono la tiritera della loro fantasmagorica offerta. Mi hanno fregato due volte. La prima pensavo che il mio telefono avesse qualche problema, alla seconda ho capito tutto.

Da oggi in poi non sarò più gentile e appena inizieranno a raccontarmi la loro fantastica offerta dirò: "vaffanculo!", attaccando il telefono. Tanto lo so che tra un mesette mi richiameranno.

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agosto 22, 2006

Iperclub Fondachello

L'hanno scorso sono stato a Fondachello Village ed ho scritto la mia esperienza su questo blog. Ho notato un sacco di accessi a quel post, mi piacerebbe sapere se chi lo ha letto ha trovato informazioni utili. Purtroppo non lo saprò mai visto che nessuno ha l'abitudine di lasciare un commento.

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luglio 30, 2006

Stronzate

Avrete sicuramente notato una proliferazione di yogurt con poteri terapeutici miracolosi. La domanda nasce spontanea: funzionano? Beh pare che il "bifidus" pubblicizzato dalla Marcuzzi non esista in natura :)

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luglio 14, 2006

Arrivato il pacco de LCdC

Pochi giorni fa è arrivato il pacco del concorso della Compagnia del Cavatappi. Puntuale come un orologio svizzero e con tutto quello che avevo chiesto (Nero d'Avola e un affare per raffreddare le bottiglie d'estate). Aneddoto curioso: il pacco è arrivato nel negozio di mia moglie, il corriere ha esortato con "E' arrivato il pacco della SKY". Mia moglie ha subito pensato a qualche decoder che ti appioppano contro la tua volonta (tipo il modem di alice), ed invece trattasi di SCAI, nome della società che gestisce il sito di ecommerce La Compagnia del Cavatappi.

Sono stati anche gentili a lasciarmi il 20% di sconto dedicato a i nuovi clienti.
Il tutto solo per avere un link da questo blog (così da migliorarsi il pagerank) e un po' di notorietà, il marketing sta cambiando :)

Se non sapete di cosa sto parlando leggete il mio post precedente.

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luglio 07, 2006

La compagnia del cavatappi

Dopo la storia del pesto ecco che si riparte. Questa volta si parla di vino.
Mi è appena adesso arrivata questa email:

"Salve, sono il webmaster de La Compagnia del Cavatappi, un sito ecommerce che si occupa della vendita di vini e prodotti tipici. Stiamo cercando blogger che sono disposti a scrivere una recensione sul nostro sito in cambio di un buono acquisto omaggio da 25 Euro. Se interessato può rispondermi così le invio maggiori informazioni. Saluti, Giovanni".

Vediamo un po' di che si tratta...

Aggiornamento:
Ho risposto all'email che mi è stata inviata e mi sono giunte nuove istruzioni.
Praticamente chiunque ha un blog (con determinati requisiti) può partecipare. Sul sito c'è il regolamento.

E' un sito di eCommerce. Vendono prodotti tipici ed ovviamente vini. La grafica è piacevole, semplice e professionale. E' possibile cercare i prodotti in vari modi: per categoria, per produttore o tramite il motore di ricerca. Per i vini sarebbe stato carino effettuare una ricerca per regione.

Il sito credo sia l'evoluzione di tradizionidelsud.it, ed è intestato ad una persona di Lauria (provincia di potenza in Basilicata).
Il metodo di pagamento scelto è l'ormai collaudato Paypal, interessante la possibilità di parlare con un responsabile attraverso Skype.
Ci sono un sacco di possibilità di ricevere sconti: 20% ai nuovi clienti, oppure buoni che si riceveranno in base all'importo speso nell'ordine precedente.

Non vedo l'ora di poter ordinare un buon Nero D'Avola, a dire il vero sarei interessato anche ai refrigeratori per il vino.

Cin cin: La compagnia del Cavatappi


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Petizione contro le lobby

Chi è contrario al decreto Bersani (già discusso in un post precedente) può scioperare come hanno fatto tassisti e avvocati e forse faranno i dipendenti dal cioccolato (i dolciumi verranno classificati bene di lusso e tassati al 20% anzichè al 10% come il pane). E chi è a favore? Beh intanto possiamo firmare la petizione organizzata da Altroconsumo.

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febbraio 18, 2006

Trofie al pesto

Come promesso nel mio precedente post stasera ho mangiato le trofie al pesto gentilmente offerte dall'azienda San Lorenzo di Imperia.

I prodotti all'interno del pacco erano ben imballati, a prova d'urto. All'interno c'erano tre libricini, una confezione di trofie e un vasetto di pesto genovese. Nei libri si possono trovare informazioni sull'azienda, sui prodotti ed il catalogo completo di quest'ultimi.
La prima cosa che si nota è l'eleganza delle confezioni e la raffinatezza dei libri, si capisce al volo che ci si trova davanti ad un prodotto costoso (assolutamente il contrario del loro sito).

Successivamente mi è saltato all'occhio il tempo di cottura delle trofie: 20 minuti! Leggendo gli ingredienti del pesto sono rimasto soddisfatto dal non aver trovato conservanti o roba simile. Il tutto è scritto riportando le percentuali: 49% basilico, 44% olio extra vergine di oliva, 4% Parmiggiano Reggiano, 1,9% sale, 0,7% pecorino, 0,3% pinoli, 0,1% aglio.

Nonostante i 20 minuti la pasta è rimasta piacevolmente al dente, ed il pesto ci sembrava calamitato sopra. Non sono capace a raccontare i sapori per cui mi limiterò a dire che erano molto buoni, stesso giudizio anche mia moglie.

Personalmente sono abituato a mangiare roba fatta in casa, sia sughi che pasta. Non mi attirano i sughi pronti e non li capisco (non vedo perchè uno si dovrebbe comprare un vasatto di sugo all'amatriciana), e detesto l'idea che i prodotti debbano viaggiare così tanto prima di arrivare sulle nostre tavole. Devo dire però che il Pesto Genovese di San Lorenzo ha lo stesso sapore di quello fatto in casa, e non è poco.

Concludendo direi che visto la particolarità dei prodotti (dal ragù di Cinta Senese al Caciocavallo Silano D.O.P.), ed i prezzi, il cliente "tipo" di San Lorenzo ha parecchi soldi (non abbastanza per andare a cena fuori tutte le sere), non sa cucinare ed è attratto dalle prelibatezze italiane di alta qualità. Con questa descrizione mi sono auto-escluso come cliente ma devo dire che mi sono proprio divertito in questo esperimento di blog-marketing.

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Bloggare per un piatto di pasta


La storia l'ho saputa grazie a Francesca e confermata da Pandemia (dal quale ho preso in prestito la foto). Un'azienda ligure di nome San Lorenzo di Imperia ha deciso di regalare del pesto ai blogger. In cambio i blogger dovevano semplicemente scrivere sul loro blog le loro impressioni. Un po' come si fa con i giornalisti: gli si regala un prodotto purchè ne parlino. Davvero divertente l'idea di Antonio Tombolini di farlo con i blogger.
Nel pacco c'è del Pesto Genovese, Trofie e una presentazione dell'azienda. Potevo sottrarmi a questo esperimento? Ovviamente no, così ho fatto richiesta e proprio oggi mi ha chiamato mio padre dicendo che è "arrivato un pacco". Stasera quindi mangerò un bel piatto di pasta al pesto raccogliendo le impressioni della migliore cuoca in circolazione: mia moglie.
C'è tempo fino al 19 per ordinare gli ultimi pacchi. Quindi bloggers, affrettatevi! Ricordatevi poi di segnalare il vostro post nell'area wiki.

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febbraio 04, 2006

Shopper della Coop poco verdi


L'avevo criticate il 3 giugno 2005. Adesso è arrivata la condanna alla coop per aver pubblicizzato la sua busta per la spesa biodegradabile che invece tanto bio non è.

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gennaio 10, 2006

Bioitalia e l'attenzione per i clienti

Di solito vien voglia di scrivere su blog, forum o newsgroup quando c'è qualcosa che non va.
Invece questa volta voglio segnalare un fatto positivo.

Mi avevano regalato un barattolo di pomodorini e basilico della Bioitalia con tanto di certificazione di cultura biologica. C'era il marchio europeo e l'etichetta rilasciata dall'ente certificatore CCPB.

La cosa strana era che nell'etichetta veniva riportata la dicitura "Prodotto con uve da agricoltura biologica". Mi sono chiesto cosa c'entrassero i pomodorini e l'uva. Ho maliziosamente pensato che Bioitalia sfruttasse la certificazione dell'uva per vendere i pomodorini falsamente certificati.

Ho scritto così un email alla Bioitalia e all'ente certificatore. L'azienda mi ha risposto il giorno stesso, spiegandomi che quei prodotti erano stati etichettati di fretta per la creazione di cesti di natale ed in effetti si erano accorti (troppo tardi) dell'errore di stampa.

Sono contento che un'azienda risponda così velocemente ad una semplice email. Aspetto invece una risposta dall'ente certificatore.

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novembre 24, 2005

La libertà del blogger-consumatore da difendere

Sono un promotore del consumo critico. Sono convinto che le associazioni dei consumatori siano utili. Usare il blog per commentare, criticare, elogiare un prodotto o un servizio è un diritto.

Attraverso Blog4Biz sono venuto a conoscenza di una storia interessante:

Tale Giuseppe Mayer compra dei biglietti da visita. Non ne è soddisfatto e ne parla nel suo blog. La Ediprint se la prende male e mette in mezzo gli avvocati per diffamazione. Ne scrive anche Gaspar Toriero due volte. Da Mantellini apprendo che la Ediprint ha deciso di aprire un blog forse seguendo il consiglio di Lovati: questa è un'occasione da sfruttare.

Forse questo è il primo caso in Italia. Io ho pubblicato una lamentela su un soggiorno, nessuno si è lamentato ma vi assicuro che molti lo hanno letto. Il blog è uno strumento che può servire ai consumatori tanto quanto alle aziende, prima si impara ad usarli e meglio è. Vedremo come andrà a finire.

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ottobre 24, 2005

Nuova class action contro Apple

Ci risiamo. L'Apple ha già preso una bella botta a causa di pile difettose. Ora, molto probabilmente, ne prenderà altre a causa di una nuova class action di consumatori imbufaliti per il problema dello schermo "sensibile" dell'iPOD nano.

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Multa per i produttori del latte in polvere

Leggevo sul sito di Jacopo Fo che finalmente sono stati multati dall'antitrust i produttori del latte in polvere:
Sono sette le aziende produttrici di latte per l’infanzia che sono state sanzionate dall’Autorità garante per la concorrenza per un importo complessivo di 10 milioni di euro: Heinz Italia, Plada, Nestlè Italiana, Nutricia, Milupa, Humana Italia, Milte Italia. Nelle accuse dell’Antitrust, le imprese avrebbero formato un cartello per mantenere prezzi elevati, maggiori della media europea anche del 300%, dando vita “a un’intesa restrittiva della concorrenza nel periodo 2000/2004”, violando l’art. 81 del trattato di Maastricht. Molte aziende sanzionate hanno annunciato subito ricorso al Tar, dichiarando che le accuse sarebbero del tutto infondate. Di seguito vediamo come hanno accolto l’iniziativa dell’Antitrust le associazioni dei consumatori.
Continua su Tuttoconsumatori e su Altroconsumo

I miei post precedenti sull'argomento:
Consumo critico
Latte in polvere
Prezzo del latte in polvere in calo

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ottobre 22, 2005

Cioccolato equo ma non buono

Altroconsumo è un'associazione indipendente di consumatori. Chi è abbonato, come me, oltre a vari servizi riceve mensilmente una rivista con notizie, consigli e prove di prodotti.
Nella pubblicazione 186 (Ottobre 2005) c'è una prova di prodotto il quale esito mi ha stupito (anche se solo parzialmente).
Il prodotto preso in considerazione è il cioccolato. Sono stati analizzati da amatori ed esperti una ventina di marche diverse di cioccolato. Tra le tante è stata presa in esame anche la cioccolata di CTM Altromercato, quella del commercio equo e solidale. La notizia è che la cioccolata di CTM si è classificata ultima secondo i voti della giuria. Il prodotto assaggiato è stato il Mascao Fondente Extra. Una vera delusione. E' possibile che per fare un buon cioccolato è necessario sfruttare, sottopagare i dipendenti e non far caso all'impatto ambientale della produzione? Io non credo e spero che il giudizio negativo dato da una delle più grandi associazioni dei consumatori italiana diventi una spinta a migliorare la qualità del prodotto senza fermarsi a pensare solo a come viene fatto. Buoni ingedienti e attenzione al sociale, non bastano.
Dicevo appunto che la notizia mi ha sorpreso parzialmente perchè la cioccolata di CTM Altromercato non mi aveva mai entusiasmato il più delle volte.
Per la cronaca il cioccolato migliore tra quelli provati, anche se non ha ottenuto pieni voti, è LINDT Excellence Noir Extra Fin. Da sottolneare il fatto che anche se la legge lo permette non sono stati trovati produttori che utilizzassero grassi diversi dal burro di cacao. Per il momento insomma niente olio di palma. Speriamo che la situazione non cambi in futuro, l'importante è controllare l'etichetta.
A voi quale cioccolata piace?

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ottobre 06, 2005

Il bambino della Kinder

Questo della foto qui a fianco è il bambino che per anni è stato presente nella confezione delle barrette di cioccolato Kinder. Ha pensato bene di scrivere la sua biografia, così almeno dice la BBC.
Da poco la foto del bambino in questione è stato cambiato con uno Olandese.
Per caso mi sono imbattuto in questo blog (www.bambinokinder.splinder.com) che si sta battendo per ripristinare la vecchia foto. Non voglio entrare nel merito ma è interessante vedere quanti blog ne hanno parlato. Comunque all'eurochoccolate di Perugia di quest'anno aspettatevi qualcuno che raccoglierà firme (c'è anche la petizione on line) per riportare la vecchia foto. Tanto ormai si raccolgono firme per tutto, una più una meno...
(Forse è la volta buona per passare al cioccolato del commercio equo e solidale...)

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settembre 19, 2005

Cioccolata a peso d'oro


Domenica sono stato a Perugia (con gli stessi compagi di viaggio della visita all'Ikea). Per certi aspetti una giornata da dimenticare: pioggia, tentativo di furto della borsa di mia moglie, agriturismi che non cucinano a pranzo, ristoranti self service... Però la chicca è un'altra. Perugia è anche famosa per la cioccolata. Non ho voluto acquistare nulla alla Perugina, "quelle cose le copri ovunque" e mi sono fatto attirare da una vetrina colma di cubetti e barrette di cioccolata.
Ottima cioccolata, con cacao vero senza grassi aggiunti, raccontava il commeciante. Li per li non mi sono accorto della mancanza del prezzo ricevendo così la batosta alla cassa: 35 euro al kg!!!
Volete un consiglio? Tenetevi lontano dal negozio Sweet Sweet Way a meno che non abbiate vinto al lotto.

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settembre 14, 2005

Berlusconi ci vende i libri scolastici

Leggendo Altroconsumo di questo mese mi è balzato all'occhio un articolo sulla spesa per l'acquisto dei libri scolastici (riportato anche da Beppe Grillo). La cosa interessante è che il ministero dell'istruzione ha effettuato un accordo per l'acquisto dei libri via telefono o internet. L'accordo è stato siglato insieme a Poste Italiane e Bol.it. Quest'ennesimo conflitto di interessi mi era sfuggito. Di cosa sto parlando? Semplice: Bol.it = Mondadori = Berlusconi. Divertente no?
NO.

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settembre 13, 2005

Code ai distributori inglesi

In Inghilterra si sta verificando una cosa strana. Ci sono dei gruppi che hanno organizzato manifestazioni di protesta contro il caro-petrolio (20% di aumento negli ultimi mesi, 45 su 97 penny sono accise). Le manifestazioni dureranno tre giorni e qualcuno ha pensato che ciò avrebbe potuto portare problemi nell'approviggionamento della benzina. In effetti lo hanno pensato in molti e si è creata una reazione a catena, una sorta di acquisto da panico. Si sono quindi create file kilometriche ai distributori ed effettivamente ci potrebbero essere dei problemi di distribuzione nei prossimi giorni.

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settembre 02, 2005

Boicotta il carovita: in piazza l'8 settembre


Protestare, ma anche informare e incentivare i consumatori ad avere un ruolo attivo nel combattere il carovita. Con queste intenzioni, l'8 settembre saremo in piazza a Milano, Roma e Napoli.
Continua su Altroconsumo

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giugno 27, 2005

Scaricare musica legalmente

Secondo Altroconsumo c'è ancora molta strada da fare:
Altroconsumo, associazione indipendente di consumatori, ha analizzato 11 negozi che vendono musica attraverso Internet ed ha evidenziato che quasi tutti gli operatori sembrano essersi accordati sui prezzi di vendita (99 centesimi di euro a canzone o 9,99 euro per un album intero) e su protezioni tecnologiche che ostacolano la libera fruizione della musica da parte del consumatore. Dopo il primo periodo del “download selvaggio”, il mercato della musica via Internet a pagamento è dunque finalmente partito, ma con il piede sbagliato.
continua...

Colgo l'occasione per riportare un piccolo brano del libro che sto leggendo: Cultura Libera di L. Lessing dedicato all'argomento. (Ovviamente il libro non parla solo di p2p e musica):
Ma ammettiamo pure che la RIAA abbia ragione, e che tutta la diminuzione nelle vendite di CD vada imputata alla condivisione via Internet. Ecco la contraddizione: nello stesso periodo in cui la RIAA dichiara 803 milioni di CD venduti, la stessa associazione stima che siano stati scaricati gratuitamente 2,1 miliardi di CD. Perciò, nonostante lo scaricamento gratuito abbia superato di 2,6 volte la quantità di CD venduti, le entrate sono diminuite appena del 6,7 per cento.

Siamo sicuri che il file sharing porti tutto questo danno alle case discografiche?
Ecco un altro passo:

Chi utilizza il file-sharing condivide contenuti di tipo diverso, che possiamo suddividere in quattro categorie.

  1. Ci sono alcuni che usano il file-sharing in sostituzione dell'acquisto. Così, quando viene pubblicato il CD di Madonna, anziché comprarlo, semplicemente se ne appropriano. Potremmo disquisire sul problema se avrebbero acquistato o meno il CD nel caso in cui il file-sharing non lo avesse reso disponibile gratuitamente. Probabilmente la maggior parte non l'avrebbe fatto, ma chiaramente qualcuno sì. Quest'ultimo è il gruppo che interessa la categoria A: utenti che scaricano invece di acquistare.
  2. Altri ricorrono al file-sharing per scegliere la musica prima di procedere all'acquisto. Così, un amico invia a un altro amico un MP3 di un artista che questo non conosce. In seguito, l'amico ne compra i CD. Si tratta di una sorta di pubblicità mirata, con parecchie probabilità di successo. Poiché la persona che raccomanda l'album non ricava nulla da una cattiva proposta, allora è ragionevole supporre che le raccomandazioni siano davvero valide. L'effetto finale di questo file-sharing potrebbe incrementare la quantità di musica acquistata.
  3. Molti utilizzano il file-sharing per accedere a materiali tutelati da copyright, che sono fuori mercato oppure che non avrebbero acquistato per gli eccessivi costi di transazione al di fuori di Internet. Per molti questo è l'uso più gratificante delle reti di condivisione. Canzoni dell'infanzia ormai scomparse dal mercato che riappaiono come per magia sulla rete. (Un'amica mi ha detto che, dopo aver scoperto Napster, ha trascorso un intero fine settimana alla “riscoperta” di vecchi motivi, stupita dalla quantità e dalla varietà del materiale disponibile.) Per i contenuti non più in commercio, tecnicamente questo rimane comunque una violazione del copyright, anche se, visto che il titolare del diritto d'autore non li vende più, il danno economico arrecato equivale a zero - un danno identico a quando vendo la mia raccolta di dischi 45 giri degli anni '60 a un collezionista locale.
  4. Infine, ci sono molti che usano il file-sharing per accedere a materiali che non sono protetti da copyright o che il proprietario vuole distribuire liberamente
Dal punto di vista giuridico, soltanto la categoria D è chiaramente nella legalità. Dal punto di vista economico, soltanto il tipo A è palesemente dannoso. La categoria B è fuori legge, ma decisamente vantaggiosa. Il tipo C è illegale, eppure positivo per la società (poiché è un bene che la musica abbia maggiore visibilità) e innocuo per l'artista (poiché quei lavori non sarebbero altrimenti disponibili). Risulta perciò difficile rispondere alla domanda sull'impatto causato da tale condivisione - e sicuramente molto più difficile di quanto sembri suggerire l'attuale retorica sulla questione.

Forse le case discografiche dovrebbero capire che internet e il file sharing è un ottimo strumento che potrebbe essere utile anche dal loro punto di vista. Combatterlo è una perdita di tempo e un danno per tutti.

Per chi è interessato il libro lo trovate in libreria. Se votete leggerlo prima di comprarlo lo trovate qui.

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giugno 06, 2005

Class Action

In tanti ci siamo sentiti impotenti quando ci è capitato di acquistare un oggetto difettoso o che non fa quel che prometteva. Cosa può fare un singolo consumatore contro una grossa multinazionale? La formica contro l'elefante, Davide contro Golia.
L'unione fa la forza. Questo è il concetto che c'è dietro la class action. Un esempio tangibile è quello che è appena successo ai possessori dell'iPOD. Sono stati venduti iPOD con batterie difettose. I consumatori hanno fatto causa tutti insieme alla Apple e hanno trovato un accordo: 50 dollari a testa per i consumatori. Il titolo in borsa così perde il 5%. La prossima volta faranno più attenzione.

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giugno 03, 2005

Coop buste non proprio biodegradabili

Tra poco arriveranno alla coop buste di plastica (shoppers) degradabili. Cioè dopo 36 mesi spariscono alla vista.
Tali sacchetti però non sono compostabili. Sono composti da polimeri e metalli che vengono rilasciati nell'ambiente. Fate attenzione.
altre informazioni su:
Ecosportello
Notizie Vedi

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maggio 30, 2005

Simboli sull'etichetta

Vi siete mai chiesti cosa sono tutti quei simboli che trovate sulle etichette, sugli imballaggi o sui prodotti stessi? Volete sapere se sono utili, se sono regolamentati, se vengono controllati?
Altroconsumo pubblica una banca dati che risponderà a tutte le vostre domande. Davvero un ottimo servizio.

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maggio 21, 2005

Accisa sul GPL

Leggo su Ecomobile di questo mese:
la accisa sul GPL qui in Italia è 0,1566€/litro.
La Comunità Europea tramite la direttiva 2003/96/CE indica un'accisa di 0,0688€/litro. Ciò per premiare i carburati maggiormente ecologici.
In ogni caso costando mediamente 0,50€/litro il GPL continua ad essere economico, anche in confronto al diesel visto la continua crescita di prezzo.

Io da quando ho il GPL spendo la metà. Fate un po' voi...

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maggio 03, 2005

Prezzo del latte in polvere in calo

Ho parlato in precedenti post del latte in polvere (Consumo critico, Latte in polvere) dove segnalo problemi salutari e sociali legati all'uso di questo prodotto.
Un altro problema è quello del prezzo. In Italia in confronto con il resto d'europa il latte in polvere si paga di più. La situazione sta migliorando secondo Altroconsumo.
Tenendo conto che la composizione del prodotto è praticamente uguale i prezzi oscillano dai 28 euro di Humana1 ai 10 euro di Coop Crescendo1. Chi proprio lo deve usare da oggi può almeno risparmiare.

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aprile 19, 2005

Gruppi di Acquisto Solidali

Leggendo il corriere di Viterbo mi è caduto l'occhio sull'apertura di un GAS a Viterbo.
"L'acquisto di prodotti in un supermercato o in un qualsiasi negozio diventa un'impresa difficile se vogliamo rispettare certi criteri di sicurezza alimentare, di equità sociale e di salvaguardia ambientale.
Infatti le grandi imprese agroalimentari, che gestiscono la quasi totalità della distribuzione dei prodotti alimentari, non danno nessuna garanzia sul modo di produrre, esercitando una pressione costante di sfruttamento sui lavoratori della terra (sempre più concentrati nel Sud del mondo), sugli operai addetti alla trasformazione degli alimenti, sul suolo, sulle piante e sui semi.
Ecco allora l'idea di diventare protagonisti diretti e critici dei nostri consumi, attivando una organizzazione di base, il Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) . Una proposta che si inserisce nel vasto movimento per un'ALTRAECONOMIA , uno strumento atto a concretizzare nel quotidiano il Consumo Critico."

Non ho trovato un sito dedicato al gruppo viterbese ma aggiornerò questo post quando troverò maggiori informazioni.
Link itili:
Rete nazionale di collegamento GAS (www.retegas.org)

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aprile 12, 2005

I prezzi del carburante

"I prezzi di vendita al dettaglio del carburante non sono imposti dall'alto, bensì solo suggeriti, e questo comporta che scegliere con criterio dove rifornirsi porta a sostanziali risparmi."
Questa è una frase estrapolata dal sito Prezzi Benzina (www.prezzibenzina.it) ,che ha come obiettivo quello di aiutare a trovare il distributore più conveniente vicino casa. Il tutto attraverso il "passaparola", ossia gli utenti stessi possono inserire i prezzi dei distributori che usano. E così si viene a scoprire che i prezzi oscillano e non di poco: si va dai 1,160 di API ai 1,303 della Esso per la verde. Discorso analogo per Diesel e altri carburanti. Un progetto interessante in grande crescita. Vedremo gli sviluppi.

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gennaio 11, 2005

Sabato 15 Gennario c'è Report


Probabilmente mettendo Report di sabato sera riusciranno a farlo vedere a poche persone e poi finalmente avranno una scusa per eliminarlo dal palinsesto: ascolti ridotti. Speriamo di no.

In un post precedente ho parlato dell'olio di oliva DOP. Volevo segnalare una vecchia puntata di Report dedicata all'olio. Molto interessante per capire come al supermercato possa costare così poco: non è olio italiano, è mischiato con olio lampante, qualche volta anche con olio di semi ecc.

Per vedere la puntata cliccare qui (è necessario il programma gratuito RealPlayer).
Voglio però riportare la trascrizione della puntata a futura memoria:

(Interviste a clienti all'interno di un supermercato)
D - Che tipo di olio usa?
DONNA 1"Olio di oliva"
UOMO 1"Io condisco tutto con olio"
D - Lei consuma olio o burro?
UOMO 2"Sì uso l'olio, comunque l'olio, preferibile al burro, sicuramente molto di più"
DONNA 2"Io uso olio d'oliva!"
DONNA 3"Ne consumiamo un paio di litri al mese due litri, due o tre litri al mese di extravergine"
LUIGI VERONELLI - scrittore"Tutto l'olio extravergine dovrebbe essere un prodotto del tutto naturale invece l'olio extravergine d'oliva o quasi tutto, la grandissima percentuale, è un olio rettificato è un olio che parte da un olio lampante, attraverso quindi, assolutamente negativo per la salute dell'uomo, che è messo a posto forse con sistemi intelligenti ma fraudolenti sicuramente"
IN STUDIO MILENA GABANELLIBuonasera, parliamo di olio d'oliva. Gli italiani sono i più grandi consumatori di olio al mondo. Il mediterraneo produce il 98% dell'olio d'oliva del mondo, e il nostro è universalmente riconosciuto come l'olio migliore. Ma non è quello che consumiamo noi, tant'è vero che sono in pochi a sapere che differenza c'è fra un olio d'oliva e uno extravergine. Bernardo Iovene ha visitato tutte le zone italiane di produzione dell'olio e cominciamo proprio con l'extravergine: come si fa e quanto costa.
AutorePartiamo dall'inizio cioè dai campi, anzi dalle colline toscane.
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Se si vuole fare un olio di buona qualità di ottima qualità bisogna vedere di cogliere l'oliva quando è ancora verde o tende a maturare come lei può vedere anche dal campo"
AutorePer fare l'olio extra vergine, le olive bisogna strapparle dall' albero prima chesiano mature e cadano da sole.Raccolte dall'albero prima che siano mature, vengono prima lavate poi frante, con le vecchie macine di pietra, oppure con sistemi più moderni. Da questa pasta poi si ricava l'olio ed é in questo impasto che avviene la spremitura a freddo, infatti se aggiungiamo invece acqua calda, si ottiene più quantità ma l'olio sarà meno ricco di elementi benefici, perché l'olio di oliva extra vergine, per chi non lo sapesse, fa bene.
MARIA GRAZIA VAGLIO - gastroenterologa"L'olio extravergine di oliva abbassa il tasso di colesterolo nel sangue e innalza la frazione HDL colesterolo. La frazione HDL colesterolo non è altro che quella frazione di colesterolo buono che è buono , perché è lo spazzino delle arterie"
AutoreMa se abbiamo ottenuto un olio extravergine lo sappiamo solo alla fine, la misurando l'acidità, che deve essere sotto l'1% per ogni 100 grammi
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Cioè il segreto è nella raccolta perché io le colgo e mentre le colgo le porto qui nel frantoio, queste olive che lei vede, stasera è già olio"
AutoreQuindi raccolta a mano, cioè strapparle dall'albero e frangerle prima possibile, perché se maturano aumenta l'acidità e facciamo un olio non commestibile
D - (Rivolgendosi ad un raccoglitore di olive) Senti quanto guadagni al giorno?
OPERAIO EXTRA COMUNITARIO: "Centoventimila lire"
D - E quante ore di lavoro fai?
OPERAIO EXTRA COMUNITARIO: "Qui si lavora nove ore anche nove ore e mezzo al giorno"
D - Lei paga centoventimila lire un operaio per fare…
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Per fare undici chili di olio ogni quintale d'oliva"
D - Le costa solamente di raccolta diecimila lire al litro?
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Ma forse di più"
Autore Dalla Toscana passiamo alla provincia di Lecce e ad un altro sistema di raccolta delle olive dall'albero, cioè con lo scuotitore. Agganciato il ramo, cominciano le scosse e le olive cadono.
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Questo prodotto viene mandato in frantoio tra due ore e mezza, alle ore 12,30 quando finisce il turno degli operai e viene immediatamente pulito. Dunque ogni albero può tirare fuori sei litri di olio extravergine di oliva"
D - Quanto le costa un operaio?GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Gli operai uomini costano sessantamila lire al giorno più i contributi, contributi normali e dell'Inps gli operai donna mi pare, mi pare sulle quarantaduemila lire sempre più i contributi"
D - Che differenza c'è fra gli uomini e le donne?

GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Ma le donne hanno una retribuzione inferiore, il motivo non lo so, perché sono nuovo nel settore"
Autore Questi costi fanno anche la differenza sui prezzi dell'olio, avete visto, un extra comunitario in Toscana prende centoventimila al giorno, ovvero sessantadue euro, in Puglia una bracciante locale solo quarantamila lire al giorno, venti euro e sessanta centesimi
D - Quanto lo vende al litro GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Io lo vendo, esce dall'azienda a diciottomila lire al litro"D - Quanto le costa?
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Consideri che il costo medio del litro di olio a noi finito perché facciano tutta la filiera compreso l'imbottigliamento intorno alle quattordicimila lire"
D - Senta quanto le costa una bottiglia di questo?
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"lo vendo a ventiduemila lire il litro, le garantisco che ci sto dentro proprio un po' impiccato"D - E quanto ci guadagna su ogni bottiglia?
MICHELE DI GAETANO - agricoltore""Ci guadagno e non calcolando tanto il lavoro della mia famiglia, ci guadagno sulle quattromila lire"
D - Quanti anni ha questo?
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Questo avrà un settecento anni quest'albero, gliene mostrerò alcuni che hanno anche novecento anni"
Autore Gli alberi di ulivo, oltre a dare un frutto, sono alberi secolari che non si possono abbattere, esiste addirittura il catasto degli ulivi, in base al quale poi si danno i contributi
Dalla Puglia al Garda, cambiamo regione e cambiamo metodo
ALEX NEMBER - Fattoria Il Paradiso"Ecco vedi qui, vedi è il metodo di raccolta con gli agevolatori. Vedi che praticamente non si va a scuotere il tronco, ma si va a sbattere con queste manine di plastica che vanno appunto ad aria compressa, con il compressore attaccato al trattore, che ci permette di fare cadere le olive"
Autore In effetti la differenza è abissale. Utilizzando lo scuotitore infatti, così come avviene in Puglia, può anche accadere che qualche ramo degli ulivi secolari possa rompersi.
Ma torniamo al Garda, anche qui il costo dipende dalla manodopera e dalla cura delle piante, devono essere potate e irrigate.
ALEX NEMBER - Fattoria Il Paradiso lago di Garda"Prendono tredicimila lire all'ora per fare la raccolta solo il parametro raccolta all'interno del costo della produzione dell'olio sono dieci, dodicimila lire al litro solo la raccolta"
Autore E questo è l'olio del signor Nember venduto a ventisettemila e ottocento lire pari a 14, 36 euro, per una bottiglia da un quarto. Vale a dire centodiecimila lire al litro.
D - Il suo olio è il più caro del mondo!ALEX NEMBER - Fattoria Il Paradiso"Ma, non lo so, se è il più caro del mondo, io so che avendo tutta la filiera produttiva questi costi devono rientrare poi alla fine nel prezzo"
D - Senta quanto costa un litro d'olio all'origine?ALEX NEMBER - Fattoria Il Paradiso"A noi un litro d'olio all'origine costa non meno di cinquantamila lire"
Autore Proseguiamo per la Liguria, in provincia di Imperia, la raccolta è difficile perché gli ulivi sono tutti in pendenza. I braccianti, quindi, devono essere specializzati e, chiaramente, costano.
LAURA MARVALDI - produttore olio Liguria"Un bracciante può guadagnare dalle duecentomila alle cinquecentomila lire al giorno"
D - Qui in Liguria?
LAURA MARVALDI - produttore olio Liguria"Qui in Liguria"
D - Quanto le costa proprio all'origine?
LAURA MARVALDI - produttore olio Liguria"All'ora, l'anno scorso che è stata un annata particolarmente facile, perché qui da noi c'è stata abbondanza di prodotto mi è costato circa quindicimila lire al litro penso che quest'anno se me ne costa venti, ventiduemila faccio i salti mortali"
D - Questo, quanto costa?
LAURA MARVALDI - produttore olio Liguria"Questo penso si trovi nei negozi intorno alle trentamila lire e questo intorno alle settanta, ottantamila lire circa"
D - Senta dove lo vende il suo olio?
LAURA MARVALDI - produttore olio"Ma direi in Italia nell'alta ristorazione, nelle enoteche importanti e nelle gastronomie di alta qualità, nel resto del mondo, Giappone, Stati Uniti, Svizzera, Germania"
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Il nostro maggior mercato è l' Australia, la nuova Zelanda e la Germania"
Autore Per chiudere il cerchio siamo passati anche dai mastri oleari. Questi oli sono tutti certificati DOP, di origine protetta.
D - Dove viene venduto quest'olio?
FLAVIO ZARAMELLA - presidente Corporazione Mastri Oleari"Questi oli qui, questi oli in genere, purtroppo vengono venduti all'estero"
Autore E sapete perché vanno all'estero? Perché in Italia ci sono i migliori oli del mondo lo sanno tutti tranne noi
Autore Questa è la cantina di Luigi Veronelli, da sempre intenditore di vini ma anche di olio.
D - L'olio italiano nel mondo come viene considerato?
LUIGI VERONELLI - scrittore"Il migliore, per fortuna, l'opera dei nostri olivicoltori nel passato è stata tale da far immaginare al mondo che l'olio d'oliva italiano sia migliore, ed è vero, è il migliore"
IN STUDIO MILENA GABANELLIAbbiamo visto che l'olio extravergine costa un pò, perchè bisogna raccogliere le olive dall'albero, però fa tanto bene, lo sanno i tedeschi, i giapponesi e l'alta ristorazione, e noi? Noi che andiamo al supermarket, se vogliamo una certezza dobbiamo cercare bottiglie con la scritta DOP, cioè denominazione di origine protetta, però possiamo anche accontentarci del semplice olio d'oliva, vediamo come si fa.
(All'interno di un supermarket)
D - Che differenza c'è tra un extravergine e un olio d'oliva
DONNA 1"Non lo so"
D - Lei sa la differenza che c'è tra l'olio di oliva e l'olio extravergine?DONNA 2"Una volta la sapevo me ne sono dimenticata, me lo dica lei"
Autore Cerchiamo di capirla bene questa differenza: l'olio di oliva si fa con l'olio lampante. Vediamo cos'è.
(In Toscana, in un uliveto)
D - Mi spieghi un attimo se noi a questa pianta la lasciamo così com'è, le olive ad un certo punto cadono lei mette questi teli raccoglie le olive e fa l'olioMICHELE DI GAETANO - agricoltore"Questo io non lo faccio naturalmente, però si fa, si usa molto, però questo non si chiama extravergine ma si chiama olio lampante che non è neanche in olio commestibile"(In Puglia, in un uliveto)
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Ecco in questo modo vengono raccolte le olive da terra"
D - Diciamo queste qua sono cadute dall'alberoGIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Queste sono cadute dall'albero, per noi questa è una eventualità, è un eccezione non è la norma"
D - Però da queste olive non si può fare…GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Da queste olive è assolutamente impossibile ricavarne olio extravergine, queste sono raccolte dalla raccoglitrice da terra, guarda che pessima qualità queste invece sono olive raccolte dall'albero guarda la bellezza di queste olive"
D - La maggior parte delle aziende lavorano con questo metodo?
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Da quello che mi risulta il 90% delle aziende lavorano con questo metodo"
D - O si hanno i mezzi per raccoglierle...
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Oppure si raccoglie da terra"
Autore E alla fine ecco il risultato:
- immagini di due piatti contenenti olio, in uno vi è olio extravergine, nell'altro dell'olio lampante.
L'autore, assaggiando l'olio (extravergine di oliva)"Questo è piccante"
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Certo"
Autore, assaggiando l'altro olio nell'altro piatto (lampante)"Questo è un'altra cosa"
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"È totalmente diverso"
Autore"Forse questo mi è più familiare...un'altra cosa"
GIUSEPPE PICCINNI - Responsabile azienda olivicola"Forse ti è più familiare perché avrai condito le tue insalate con olio lampante senza saperlo"
Autore L'olio lampante può andare solo all'industria dell'olio per essere raffinato, si aggiunge una percentuale a discrezione di extravergine e poi finisce nei supermercati come olio d'oliva.E questa è una delle più grandi raffinerie d'Italia
MARIO RENNA - Responsabile Qualità casa olearia italiana"La movimentazione giornaliera è di circa un centinaio di autobotti al giorno sia oli in entrate grezzi che oli raffinati in uscita. L'olio lampante ottenuto per spremitura dalle olive non è idoneo al consumo alimentare e allora viene raffinato in questi impianti per essere trasformato in olio d'oliva raffinato"

Autore Una volta raffinato, cioè ripulito di tutte le impurità, per diventare commestibile, l'olio, ha bisogno di essere miscelato a sua volta con una quantità imprecisata di olio extra vergine, non importa quanto.
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso"L'olio d'oliva è un olio, è una miscela di due diverse tipologie di olio che sono l'olio d'oliva raffinato e l'olio extravergine in percentuale che può variare perché la legge non stabilisce il quantitativo di olio extravergine da inserire nel prodotto olio d'oliva"D - Allora potete mettere l'1% di olio extravergine e fare l'olio d'oliva?
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso"Diciamo che la legge non stabilisce un quantitativo minimo per cui molte aziende possono utilizzare il 5/10/30% alcune il 40/50%"
D - Ho capito, voi quanto c'è ne mettete?
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso:"Noi mettiamo una buona percentuale rispetto alla media sicuramente un 20% lo mettiamo"
(Interviste a clienti all'interno di un supermercato)
D - Lei sa la differenza che c'è tra un olio extravergine e un olio d'oliva?
DONNA 1"Ma onestamente no!"
UOMO 1"Cioè l'olio extravergine ha una caratteristica dell'olio d'oliva"
D - Lei sa la differenza che c'è tra un olio extravergine e un olio d'oliva?
DONNA 2"No essenzialmente no, so che è più buono"

AutoreRicapitolando, siamo il paese degli uliveti, se riuscissimo a strappare le olive dall'albero prima che cadano avremmo cinquecento tipi di oli dal gusto diverso di altissima qualità, ma evidentemente ad un prezzo superiore, invece, specialmente al sud la raccolta avviene direttamente da terra.
ANTONIO DE VITIS - Agricoltore pugliese"Ma tanto fare l'extravergine o fare lampante, la differenza è poca ha cinquecento, seicento lire di differenza c'è, è inutile che io mi debbo sgobbare a fare l'olio extravergine e lo vendo a tremila lire che guadagno è? Fra la manodopera che prendo, tante volte devo raccogliere e invece raccolgo solamente una volta all'anno, come quella che arriva dalla Tunisia lo coglie una volta l'anno, olio di venti gradi e poi dice olio pugliese, ma quale olio pugliese! l'olio nostro è buono! però non si vende"
AutoreIn Italia ci sono un milione di agricoltori olivicoli, e la maggior parte vende le proprie olive al grossista che poi vende alla grande industria; sapete qual è la differenza tra un olio lampante e un olio extravergine d'oliva? Mille lire
STEFANO LEOANGELI - Direttore generale Carapelli"Un olio, prodotto italiano, diciamo di provenienza Puglia può essere intorno alle cinquemilacinquecento lire al chilo"
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"In questo momento un buon olio extravergine italiano dalla Puglia, quindi dalla grande zona di produzione può costare dalle cinquemilacinquecentolire"
D - Seimila lire, lei meno di seimila lire lo riesce a fare l'olio? all'ingrosso
NICOLA MITOLO - Olio Nostro Coop. Produttori:"Oggi no"
D - Non c'è la fa
NICOLA MITOLO - Olio Nostro Coop Produttori:"No oggi è impossibile produrre un chilo d'olio al di sotto delle 6000 lire con tutte le spese che stanno"
D - Su un litro d'olio quanto, quanto guadagna?
ANTONIO DE VITIS- Agricoltore pugliese"Quanto guadagno? Niente toglimi le cinquecento lire di pulitura, togli le sessantamila lire cinque ore una donna per raccoglierle, benzina, trasporto, mi faccia il conto lei e vediamo quello, quello che si guadagna"
AutoreMa come si fa a stabilire un prezzo di mercato al di sotto del costo di produzione della materia prima? Forse la cosiddetta legge del mercato ha tenuto conto che agli agricoltori arrivano anche i contributi della Comunitaà europea e, quindi sono stati scalati dal prezzo. Infatti ogni agricoltore riceve duemilacinquecento lire, un 1,29 euro per ogni chilo di olio prodotto. Che sia commestibile o meno.MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Ad esempio io che curo le olive mi esaspero a fare la qualità prendo gli stessi soldi di quello che invece le fa cader per terra e fa un olio lampante non commestibile, lui prende la stessa mia cifra e questo io lo trovo ingiusto perché lui non produce nulla, nulla che possa servire alla società, io invece no, produco un olio che è buono"
D - Sia che io produca extravergine, sia che io produca lampante il contributo è lo stesso?
PAOLO GULINELLI - AGEA Ufficio Commissiarale "Il contributo è lo stesso"
D - Questo chi lo ha stabilito?
PAOLO GULINELLI - AGEA Ufficio Commissiarale "La comunità europea"
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Tantissime aziende nascono proprio per il contributo comunitario cioè nel glie ne frega niente"
D - Ma guadagnerebbe di più lei
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano
"Molto di più "
D - Perché non lo fa?
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Sono stupido, non lo so, sarò intelligente non lo so"
AutoreUna cosa curiosa è che l'agricoltore prende il contributo della Comunità Europea grazie a queste ricevute rilasciate, pensate, dagli stessi frantoiani. Queste ricevute dicono che spesso vengono gonfiate
MICHELE DI GAETANO - agricoltore toscano"Ma si può imbrogliare ad esempio aumentando la quantità di olio prodotto, io le ho detto prima che produco con il denocciolato undici chili d'olio a quintale, io ne segno sedici è difficile controllarmi capito!"
Autore Diciamo che se l'olio fosse pagato al prezzo giusto non ci sarebbe bisogno del contributo europeo, infatti chi non ha problemi di vendita si permette il lusso di rifiutarli.
ALEX NEMBER - Fattoria il Paradiso Lago di Garda"Noi, io ho rifiutato, cioè non ho fatto la richiesta per ottenere questo rimborso da parte della Comunità Europea, perché ritengo che sia stato il grande male dell'agricoltura italiana"
AutoreMentre per altri il contributo europeo può rappresentare l'unico reddito e siccome viene dato sulla quantità e non sulla qualità che si produce il risultato è che nel sud, dove ci sono la maggior parte degli ulivi, si produce più lampante che extra vergine
D - Per la maggior parte comunque è lampante abbiamo detto
ALDO TURI - Oleifici Turi"La maggior parte è lampante, la maggior parte dell'olio il 70% è lampante il 30% riusciamo a fare l'extra vergine"
D - Quanto extra vergine e quanto lampante si produce in Italia?
NICOLA RUGGIERO - Presidente Unaprol"Ci vorrebbe un mago per sapere e avere il conto di questi dati, noi possiamo andare a naso, come si dice"
D - Cioè non lo sappiamo, non ci sono dati ufficiali
NICOLA RUGGIERO - Presidente Unaprol"Non lo sappiamo ed è la pecca e la lacuna del sistema comunitario dell'O.C.M. del sistema di sostegno e di regolamentazione del mercato"
AutoreSe la confusione regna cerchiamo di fare un po' di chiarezza sui consumi degli italiani.
D - Ma il consumatore italiano che olio consuma?
GIOVANNI ALEMANNO - Ministro delle Politiche Agricole"Il consumatore italiano consuma tendenzialmente un olio di qualità, richiedono la qualità, noi stiamo lavorando per fare in modo che questa qualità possa corrispondere alle etichette che vengono diffuse con quel prodotto che viene venduto"
AutoreE questo cosa vuol dire che le etichette non dicono la verità
NICOLA RUGGIERO - Presidente Unaprol"Ognuno può scrivere quello che gli pare, può scrivere spremuta a freddo, raccolta a mano, raccolto a mezzanotte può scrivere quello che gli pare e non c'è nessun sistema che verifica l'attendibilità di queste dichiarazioni"
LUIGI VERONELLI - scrittore"La truffa, la truffa consistente che esiste, esiste in ogni luogo in Italia, è nel vendere olio extra vergine d'oliva quello che non è olio extra vergine di oliva"
FLAVIO ZARAMELLA - Presidente Corporazione Mastri Oleari"Ma in genere i cosiddetti oli di aziende di marca, cosiddetti di marca, impropriamente chiamate industrie, sono di che più che altro sfruttano dei nomi dei loghi famosissimi nel passato e che sfruttando questa immagine commercializzano dei prodotti che con il nostro paese non hanno quasi sempre nulla a che fare"
IN STUDIO MILENA GABANELLIAllora, l'olio d'oliva è un olio lampante, che diventa commestibile attraverso un processo di raffinazione e con un'aggiunta a piacere di extra vergine. È una percentuale libera, che non deve essere specificata in etichetta e infatti nessuno lo fa. La domanda è: sarà un olio italiano? Bernardo Iovene si è fatto aiutare proprio dalle grandi marche. Per cominciare, Bertolli non sta a Lucca, ma a Milano e fa parte di uno dei più grandi gruppi alimentari del mondo: l'anglo olandese Unilever.
D - Senta Bertolli è una marca famosissima
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Sì, Bertolli è l'olio d'oliva più venduto nel mondo"
D - Senta ma come funziona la famiglia Bertolli vi porta l'olio qui e voi lo imbottigliate?
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Allora, la famiglia Bertolli ha venduto il business dell'olio d'oliva e del vino non a noi molti anni fa"
D - Senta avete comprato anche gli uliveti Bertolli?
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"No, gli uliveti Bertolli, non sono mai stai nella storia"
D - Quindi non c'è più Bertolli, non ci sono gli uliveti, anzi, non ci sono mai stati.
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Noi abbiamo comprato nel '94 dall'IRIS dalla SME il marchio Bertolli e…"
D - Per marchio che cosa intende? voi avete comprato il nome?MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Bè abbiamo comprato il nome"
D - Non l'olio, il nome allora?
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Bè, l'olio si compra ogni giorno perché chiaro, deve essere fresco, non è che uno può comprare l'olio e tenerlo lì vent'anni e abbiamo comprato il nome e il KNOW HOW di produzione"
D - Quanti litri d'olio ci sono, tonnellate?
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Questo parco serbatoio tiene fino a quattromila tonnellate di extra vergine e quindi ovviamente può capire anche le esigenze di sicurezza, parliamo di venti miliardi di valore immobilizzato di olio"D - L'olio, quindi, arriva con le autobotti, da dove?
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"La grande produzione di olio d'oliva viene dal sud dell'Italia quindi la Puglia, la Calabria, dalla Grecia, dalla Spagna, dalla Tunisia, potrebbe essere la Turchia diciamo. Sul totale dei nostri acquisti diciamo così di olio che viene dall'Italia c'è ne può essere dal 20 al 30%"
AutoreQuindi Bertolli che comprende anche i marchi Dante e San Giorgio, utilizza dal 20 al 30 % dell'olio italiano il resto è spagnolo, greco, tunisino e turco
(Interviste a clienti in un supermercato)
DONNA"Anche Bertolli, sì ho provato"
D - È italiano secondo lei7DONNA7"Si penso di sì"
7D - Ne è convinta che è italiano?
DONNA"Spero!"
UOMO7"Mi piace anche il Bertolli quello busto però"
7D - Secondo lei da dove viene?
UOMO"Ma io preferisco i prodotti italiani, non è toscano questo qui?"
AutoreDa Bertolli a Carapelli.
D - Ma qui c'è il signor Carapelli?
STEFANO LEONANGELI - Direttore generale Carapelli"Ma il signor Carapelli c'era fino all'inizio degli anni ottanta poi Carapelli è entrata a far parte di un gruppo diciamo, multinazionale italiano il più grande gruppo agro alimentare che è tuttora e adesso ancora facciamo parte di questo gruppo"
AutoreSiamo pieni di grandi gruppi Carapelli ha una gamma di prodotti vari, c'è l'olio toscano, ed è scritto in bella mostra sull'etichetta, che costa più di quello standard, poi c'è il ligure e l'italiano 100%, ma sono produzioni limitate.D - Questo viene dalla Toscana? In che percentuale viene dalla toscana?
GIAMPAOLO BASSETTI - stabilimento Carapelli direttore"Ma noi facciamo un prodotto chiamato di nicchia una produzione molto limitata siamo attorno a mille quintali l'anno circa, mille su quattrocentomila abbastanza bassa, una percentuale molto, molto piccola.Questa è una bottiglia (indicando bottiglia olio Carapelli dalla forma nota) che Carapelli ha brevettato da più di trent'anni ormai"
D - Mi faccia lei una etichetta trasparente di quell'olio lì
STEFANO LEONANGELI - Direttore generale Carapelli"Come etichetta trasparente di quell'olio lì possiamo tranquillamente dirle che so che abbiamo una ricetta di diversa composizione che può variare, in questo momento potrei dirle che in questo momento stiamo confezionando con il 30% di olio italiano su questo prodotto
D - E l'altro 70% che olio è?
STEFANO LEONANGELI - Direttore generale Carapelli"In questo momento principalmente è Grecia"
AutoreQuindi la famosa bottiglia della Carapelli ha un 30% di olio italiano il resto viene dalla Grecia, ma noi abbiamo visto , girando nello stabilimento silos di olio anche tunisino spagnolo da qualche parte lo metterannoAndiamo dai fratelli Carli, olio venduto per corrispondenza dalla rinomata ditta di Oneglia Imperia.
GIANFRANCO CARLI - Fratelli Carli"L'olio d'oliva ligure è sempre stato famoso un pò più per il fatto che provenisse dalla Liguria perchè quantitativi in Liguria non sono mai stati sufficienti per le aziende che c'erano diciamo che la caratteristica che avevano queste aziende è sempre stata di fornire un prodotto che fosse il, più possibile simile all'olio ligure e che fosse il più costante possibile durante gli anni, andandolo però a ricercare in altre varie zone dove c'è la produzione
D - E anche all'estero?
GIANFRANCO CARLI - Fratelli Carli"Anche all'estero, in zone dove c'è la produzione"
AutoreQuindi un olio imbottigliato in Liguria simile all'olio ligure, ma proveniente da altre parti d'Italia e dall'estero?
GIANFRANCO CARLI - Fratelli Carli"Ma varie zone dell'Italia dalla Spagna, dalla Grecia"
AutoreDunque l'olio Carli è italiano spagnolo e greco, adesso andiamo da sasso altro marchio ligure, ma ormai acquistato dalla multinazionale svizzera Nestle' con una sede a Milano. Da dove arriva l'olio Sasso?
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso"Per cui i nostri dove attingiamo principalmente sono nel sud Italia e la Grecia, pochissimo diciamo in Spagna ma principalmente in Grecia"
D - In percentuale?
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso"Mediamente potrebbe essere un 40% un 30%"
D - Un 40% ?
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso"Fra un 30 e un 50%"
D - Fra il 30 e il 50% italiano diciamo
MARCELLO SCOCCIA - Assicurazione Qualità Sasso"Sì"
AutoreMa questi dati saranno poi veri? Purtroppo no! Ma me ne sono accorto solo quando ho risentito il nastro, ascoltiamo quindi che cosa hanno detto quando mi sono leggermente allontanato:
- Ti hanno fatto la domanda…le nostre olive da dove arrivano?- Siamo stati sinceri in parte, ho detto una piccola balla, perché noi utilizziamo il 15% però…questo tanto non si può quantificare mai
AutoreIn realtà, avete sentito, la Sasso utilizza il 15% di olio italiano, ma a noi avevano detto tra il 30 e il 50%, questo non vuol dire che le miscele di olio non siano di qualità, per carità, ma perché nessun consumatore sa che l'80% dell'olio che consuma è un olio straniero? E perché non c'è scritto sull'etichetta?
D - Però sia la miscela sia la provenienza non è scritta sull'etichetta
MARCO DE CEGLIE - Direttore Bertolli"Noi siccome la legge non prescrive nessuna indicazione non diciamo niente perché secondo noi quello che garantisce la qualità non è l'origine ma è il marchio Bertolli, il consumatore prende Bertolli gli piace Bertolli e se lo riacquista vuol dire che ha fatto un buon lavoro questa è la qualità"
(Intervista ai clienti all'interno di un supermercato)
UOMO"Mi sento preso in giro se lei mi dice così perché io penso che Bertolli produce in Italia e io penso che sia un oliva italiana se lei mi dice che c'è l'80% dell'olio straniero io mi sento preso per il sedere chiaro e tondo"
AutoreDel resto cosa è portato a pensare il consumatore se dietro la famosa bottiglia dell'olio d'oliva c'è scritto che il Bertolli nasce a Lucca nel 1865 senza nessun accenno che il contenuto è una miscela di oli di cui la maggior parte esteri?D - Voi lo scrivete sull'etichetta che usate olio spagnolo greco oppure di varie parti d'Italia?
GIANFRANCO CARLI - Fratelli Carli"No, noi non lo scriviamo ma la legge assolutamente non lo impone, noi ai nostri clienti lo diciamo da più tempo, tranquillamente proprio giustificandolo con il fatto che andiamo noi, quello che cerchiamo di garantire è di andare a cercare quello che c'è di meglio in circolazione"
(Interviste ai clienti interno supermercato)
D - Usate l'olio per cucinare?
DONNA"Sì"
D - Che tipo di olio?
DONNA"L'olio Carli"
D - Se lo fa arrivare?
DONNA"Esatto"
D - Da dove?
DONNA"Da Genova, Imperia, Oneglia per l'esattezza"
D - Fatto da ulivi liguri convinta?
DONNA "Esatto"D - Convinta?
DONNA"Convinta"
UOMO "C'è anche il Carli"
D - Di dov'è il carli?
UOMO"Ma viene da quelle parti lì di Savona, da quelle parti lì...."
D - ligure?UOMO"Ligure"
UOMO 1"Altri oli Carli, Carapelli…"
D - Carli da dove viene?
UOMO 1"Liguria mi sembra"
D - Carapelli?
UOMO 1"Toscana "
AutoreCarapelli Firenze, c'è scritto sulla classica bottiglia d'olio della casa fiorentina in bella mostra così come sul prodotto toscano e su quello tutto italiano ma guardate invece come è piccolo è dove bisogna andarlo a leggere, che vengono usati , sempre sulla famosa bottiglia, oli mediterranei, tra l'altro senza specificare i paesi sul lato della bottiglia scritto in caratteri minuscoli c'è oli extravergine di origine mediterranea
D - Questa qui è una miscela di oli italiani ed esteri, però sull'etichetta non compare
PIERRE DETRY - Sasso Direttore generale"No"
D - Perché?
PIERRE DETRY - Sasso Direttore generale"Non compare perché la legge non lo chiede e i consumatori non lo chiedono neanche, perchè non c'è una domanda su da dove viene l'olio quello che è importante per noi è il profilo di gusto."
D - Ho capito, però la legge, c'è un regolamento che dice che bisogna indicare la provenienza dell'olio però è facoltativo
PIERRE DETRY - Sasso Direttore generale"Effettivamente"
GIOVANNI ALEMANNO - Ministro dell'Agricoltura"È facoltativa ma quando uno descrive dentro l'etichetta che è un olio extra vergine e che è prodotto in Italia quindi da uliveti italiani deve rispettare queste cose qua…"
D - Avete scelto di non farlo?
PIERRE DETRY - Sasso Direttore generale"Abbiamo scelto di non farlo forse perché non vediamo interesse di metterlo"
AutoreInfatti che interesse avrebbero queste ditte a scrivere la verità sulle etichette?
(Interviste a clienti supermercato)
D - Senta lei comprerebbe un olio che viene dalla Grecia, Spagna, Tunisia?
DONNA"No"
D - Lei comprebbe un olio che viene dall'estero?
DONNA"No, no, noi ci abbiamo l'olio qua perché quello dall'estero?"
D - Si fida degli oli che vengono dall'estero?
DONNA"No, no prendo sempre robe italiane"
GIOVANNI ALEMANNO - Ministro delle Politiche Agricole"Ecco perché è importante il consumatore, il consumatore deve esigere dal prodotto che compra l'etichetta giusta e deve controllare che l'etichetta è quella che lui si aspetta"
AutoreE il consumatore infatti lo esige, ma a chi lo deve chiedere, alla cassiera del supermercato?
D - Secondo lei, se questi oli vengono dall'estero ci deve essere scritto sull'etichetta?
DONNA 2"Certamente, sempre ci deve essere scritto, tutto ci deve essere scritto"
DONNA 3"Se Bertolli mi vende dell'olio toscano invece è realmente tunisino potrei smettere di comprare..."
D - Ma non c'è scritto neanche che è toscano, non c'è scritto niente.
DONNA 3"Bisognerà che rivedano tutta la forma etichettatura io credo che sia opportuno che lo dicono, non lo so"
AutoreNon sarebbe più semplice per esempio, tante ditte che utilizzano oli stranieri che usano lo scrivano?
GIOVANNI ALEMANNO - Ministro delle Politiche Agricole"Sì sarebbe più semplice, però anche il sistema di produttività italiana non è pronta ad una operazione di questo genere perchè ancora oggi ci sono delle resistenze e vengono comunque prodotti degli ottimi oli che però sono ancora miscellati fra oli italiani e oli esteri, è chiaro che a noi questo non fa piacere, è però altrettanto chiaro che imporre dall'oggi al domani una disciplina rigida, potrebbe creare dei gravi scompensi produttivi e dei problemi di carattere occupazionale all'industria certamente"
Autore Eppure le industrie che vogliono vendere l'olio negli Stati Uniti hanno dovuto specificare tutti i paesi di provenienza dell'olio, senza creare nessun scompenso produttivo né occupazionale, semplicemente perché lo impone la legge degli Stati Uniti.
STEFANO LEONANGELI - Direttore generale Carapelli(Leggendo l'etichetta su bottiglia da esportazione): Il prodotto contiene selezione di alta qualità di extra ergine dall'Italia, dalla Grecia dalla Spagna e dalla Turchia.
AutoreCosi' ha dovuto fare anche la Bertolli.(leggendo etichetta bottiglia della Bertolli da esportazione) : extrav ergine olive dall'Italia, Grecia, Spagna imbottigliato in Italia.Questo è quello che va in America?
MARCO DE CEGLI - Direttore Bertolli:"Questo è il gentile che va in America che è identico alla formulazione del gentile in Italia."
D - Perchè non lo fate anche in italia?
MARCO DE CEGLI - Direttore Bertolli:"Ma se non è richiesto dalla legge ma perché dobbiamo farlo?"
Autore È per correttezza di informazione dobbiamo dire che in Italia l'unica bottiglia che specifica la provenienza è quella dell'olio Coop. Coop è una collaborazione di Grecia, Spagna e Italia
IN STUDIO MILENA GABANELLIIl fatto è: ma quanto olio viene da altri paesi? E quali? Giusto per saperlo. Che oli sono? Sono sottoposti a controlli? Il sistema di analisi autorizzato dalla Comunità Europea permette di individuare le sofisticazioni? Ci sono delle frodi? Pare proprio di si.
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "I tipi di frode sono state molteplici e numerose, con diverse e qualità e quantità, quella che scoprimmo era naturalmente l'immissione nel mercato di olio sofisticato ovvero sia, di olio di nocciole che era miscelato con olio di oliva con percentuali e tagli più consistenti dalla parte di olio di nocciola"
AutoreDunque le frodi esistono, si tratta di miscele con olio lampante oppure con olio di semi spacciato per extra vergine, ma, e qui c'è la sorpresa, i sistemi di analisi a disposizione delle autorità e riconosciuti dalla comunità europea, non sono in grado di individuare le frodi, quindi un olio molto acido si può deacidificare e nessuno se ne accorge.
D - E' vero che i vostri sistemi di analisi non riescono a individuare la deacidificazione?
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi "I metodi ufficiali di analisi non riescono a colpire interamente le frodi, questo lo possiamo dire con tutta tranquillità"
AutoreEppure metodi di analisi che individuano le sofisticazioni esistono.
D - Voi ci riuscite ad individuarlo?
LUANA L. IMPERIALE - Lab. Finoliva Global Service - Bitonto (Bari)"Diciamo di sì"
D - Ci riuscite o no?
LUANA L. IMPERIALE - Lab. Finoliva Global Service - Bitonto (Bari)"Ci riusciamo"
D - Questi sono gli oli che analizzate, tutte le marche praticamente?Marche famose insomma no? Senta lei ci può dire le marche dove avete trovato queste sofisticazioni?
LUANA L. IMPERIALE - Lab. Finoliva Global Service - Bitonto (Bari)"Non mi faccia dire marche, perché non è il casi, il discorso è che son oproblemi ormai riscontrati, nel mondo dell'olio ormai riscontrati, che mondo si conoscono però non ci mettono nelle condizioni di denunciare queste cose perché se non ci sono delle metodiche che ci permettono di dire che quell'olio è esattamente così , nessuno si può esprimere ufficialmente nel dirlo"
AutoreEd è proprio in Puglia che si è chiacchierato molto su arrivi spropositati di oli di semi che si sospetta, venga trasformato in olio di oliva extra vergine
MARCO MANGANO - redattore Gazzetta del Mezzogiorno "In Puglia esiste la grande mente o per lo meno una delle più grandi menti italiane di sofisticazione dell'olio"
AutoreSenza giri di parole si sospetta proprio della più grande raffineria italiana di monopoli, abbiamo girato la domanda al presidente
LEONARDO MARSEGLIA - casa olearia italiana"Tutti i giorni l'ispettore frodi, N.A.S., tutti i giorni si mettono a ridere quando vengono qua, fanno i campioni e venti trent'anni che vengono qua, non hanno mai trovato una bottiglia d'olio fuori posto"
D - E l' olio di nocciola che si dice che viene.....
LEONARDO MARSEGLIA - casa olearia italiana"L'olio di nocciola è un olio che se uno lo mette al 10% nell'olio d'oliva non se ne accorge nessuno perché non esiste oggi un analisi per rivelarlo"
MARCO MANGANO - redattore Gazzetta del Mezzogiorno "Vende anche molto all'estero, spacciando il suo prodotto per l'olio extra vergine"
D - Italiano?
MARCO MANGANO - redattore Gazzetta del Mezzogiorno "Sì, made in Italy"
LEONARDO MARSEGLIA - casa olearia italianaL'olio è come una bella donna non è detto che le più belle donne ci sono in Italia. Ma lei l'ha messo in bocca quest'olio, le è piaciuto, c' ha la bocca bella ma che cosa le frega da dove viene?"
Autore Da dove viene ce ne frega eccome! Adesso però, vediamo di capire quello camuffato dove va.
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi "Dove va praticamente negli stabilimenti raffinerie e i centri di lavorazione possiamo dire"
D - L'industria olearia
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi "L'industria olearia"
D - Anche grosse marche?
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi "Anche, anche grosse marche praticamente, ecco..."
AutoreGrosse marche, ma nessuno si assume la responsabilità di fare nomi e cognomi, proviamo dal pubblico ministero.
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "Sono in atto d'Israele, nei confronti dei quali stiamo ancora oggi celebrando il processo"
D - Ho capito, però se qualcuno prendeva quest'olio e lo vendeva
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "Certamente"
D - E chi è? Sono italiani?
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "E si certamente, l'olio, l'olio era commercializzato in Italia"
D - Ci può fare qualche nome?
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "No, io i nomi, questi nomi i nomi non ne faccio..."
D - Comunque sono ditte grosse?
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "Certo, anche, anche e soprattutto...."
AutoreQuello che è certo, però, è che in Italia arrivano tonnellate di olio contraffatto tra cui quello di nocciola che si trasforma in olio d'oliva per strada anzi per mare.
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "Che l'olio partiva da quelle sedi come olio di nocciola, cioè dalla Turchia si vendeva olio di nocciola, erano i vari passaggi che poi commutavano, anche certamente, attraverso i vari documenti doganali, attraverso i vari stoccaggi nei porti dove l'olio stazionava in olio d'oliva avente origine comunitaria"
AutoreIn pratica avviene la cosiddetta triangolazione e quando arriva in Italia ha libero transito perché ha fatto tappa in un altro paese comunitario. E quindi non è soggetto a controlli
D - Quanto ne arriva dalla Grecia?
TOMMASO AFFINITA - Autorità portuale Bari - presidente"Guardi in quantitativi, ho provato anche a chiedere proprio per rispondere anche a questa domanda, quantitativi esatti non ne conosciamo, perchè ripeto, arrivando su camion ovviamente le merci su camion, non è che è il camion che conta ai fini statistici del porto, quindi i quantitativi saranno migliaia di tonnellate"
D - Cioè, noi non li possiamo sapere?
TOMMASO AFFINITA - Autorità portuale Bari - presidente"Non li possiamo proprio conoscere, perché ripeto nn è un tipo di controllo, è un transito, qualunque camion anche avesse altra merce a bordo..."
AutorePerò quello che viene da paesi extracomunitari è soggetto a controlli, dove sbarca per esempio quello sotto inchiesta?
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "Lei parla di porti d'approdo? d'approdo finale? I porti d'approdo finale era per alcuni Barletta per altri era Monopoli, in questa terra, naturalmente"
D - No Bari?
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari "No, Monopoli"
AutoreE questo è il porto di Monopoli, un porto mercantile, arrivano solo merci.
D - Che tipo di merci in maggioranza arrivano?
LUCIANO PASCAZIO - Direttore Dogana Monopoli:"In maggioranza sono merci nel campo oleario con prettamente olio lampante, olio di oliva e olio extra vergine"
D - Da dove arriva?
LUCIANO PASCAZIO - Direttore Dogana Monopoli:"Arrivano prettamente dai paesi del nord Africa e dalla Turchia"
AutoreNavi di olio arrivano tutti i giorni, caricano autobotti e poi si dirigono, la gran parte, proprio verso la raffineria di Monopoli
D - La maggiore quantità che arriva che tipo di olio è?
LUCIANO PASCAZIO - Direttore Dogana Monopoli:"E' lampante"
D - Lampante dal Paese?
LUCIANO PASCAZIO - Direttore Dogana Monopoli:"Il lampante dalla Tunisia"
D - Senta residui tossici ne avete mai trovati in questi oli d'oliva ?
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi "Alcune volte, si adesso c'è il problema degli idrocarburi policitici e aromatici, praticamente, la Sanità l' ha segnalato, ci sono partiti dall'estero, proveniente che sembrano ci siano questi idrocarburi"
D - Negli oli d'oliva? dall'estero dove?
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi Dai paesi come Tunisia, Turchia, Spagna
AutoreMa perché se esistono metodi di analisi che possono smascherare gli oli contraffatti non vengono adottati? Perché questi metodi non sono riconosciuti dalla comunità europea! basta dare un'occhiata all'ultimo regolamento sottoscritto anche dal nostro governo.
FLAVIO ZARAMELLA - Corporazione Mastri Oleari- presidente"E' introdotto il fatto che si possono lavorare, mediante coadiuvanti fisici, e come l'hanno introdotto? attraverso una piccola frase che dice che si escludono dalle lavorazioni coadiuvanti ad azione chimica o biochimica e quindi e quindi indirettamente si introducono i coadiuvanti fisici che nel caso specifico è il talco2
D - Il talco? perchè il talco viene usato…?
FLAVIO ZARAMELLA - Corporazione Mastri Oleari- presidente"Perché il talco viene usato specialmente in Spagna per trattare l'olio d'oliva"
D - In italia?
FLAVIO ZARAMELLA - Corporazione Mastri Oleari- presidente"In Italia no!, qui evidentemente hanno dovuto, probabilmente fare un favore alla Spagna"
D - Sappiamo che l'olio d'oliva viene lavato addirittura ... si dice che dalla Spagna i mettono talco insomma, che sono...
GIOVANNI ALEMANNO - Ministro delle Politiche Agricole"Lei deve tenere presente che i regolamenti comunitari non vengono fatti solo dall'Italia e dal governo italiano, i regolamenti comunitari vengono fatti dalla Commissione, consultando i vari governi quindi è chiaro che ci sono state spinte e contro spinte su questo terreno ed è altrettanto chiaro che noi abbiamo intrapreso da adesso una battaglia contro delle produzioni di fatti da altri Paesi che appoggiandosi su delle produzioni nord africane, non sono assolutamente delle produzioni comparabili con quelle qualitative nostre, quindi evidente che spazi per tentativi più che di sofisticazioni, di aggirare la norma ci sono"
AutoreQuindi spazi per raggirare, in questo caso il consumatore, ci sono nelle leggi, si chiamano operazioni di lobby.D - Senta un industria così grande viene consultata a livello europeo quando si devono fare dei regolamenti delle leggi?
MARCO DE CEGLIE - direttore Bertolli"Sicuramente, sicuramente noi siamo parte, con le nostre opinioni, i nostri pareri tecnici del processo di formazioni delle leggi, ovviamente..."
D - Con chi avete contatto
MARCO DE CEGLIE - direttore Bertolli"…ma a abbiamo contatto con diverse divisioni della comunità europea e abbiamo contatto in Italia con parecchie strutture ministeriali, dal Ministero dell'Agricoltura, dal Ministero della Sanità, Ministero dell'Industria, ovviamente il Ministero delle Finanze"
autore voce fuori campo:
AutoreE un altro regolamento CEE, del 1995, ancora in vigore, sentite cosa autorizza:
FLAVIO ZARAMELLA - Corporazione Mastri Oleari- presidente"In parole povere oli che col nuovo regolamento dovrebbero essere dei lampanti, cioè che servono esclusivamente per l'illuminazione quindi non commestibili, diventano extra vergini! Questa è la politica della qualità degli oli vergini d'oliva dell'unione europea!"
D - Chi l'ha approvato questo regolamento?
FLAVIO ZARAMELLA - Corporazione Mastri Oleari- presidente"Tutti"
AutoreSistemi di analisi insufficienti e leggi permissive, immaginiamo la difficoltà per chi deve combattere le frodi! proprio l'ispettorato per repressioni frodi, nato ai tempi del metanolo, dove non può intervenire con le analisi ufficiali, tenta altre vie
GIOVANNI LO PIPARO - Ispettore repressione frodi"Cerchiamo di andare a scandagliare meglio il terreno per eventualmente colpire non soltanto dal punto di vista chimico, dove abbiamo l'arma spuntata, ma se ci sono frodi dal punto di vista della documentazione di accompagnamento, molte volte no, movimentazioni magari non idonee"
Autore Quindi si interviene su documenti cartacei, ed è su questo che si basano poi i processi.
D - Cose basate su prove, insomma quest'olio?
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari"Noi riteniamo di sì, anche perché, e quindi torno ad un' altro tema scottante e sono basate anche su numerose rogatorie internazionali"
AutoreCon la nuova legge sulle rogatorie tutti i documenti di viaggio e delle società straniere implicate in questi traffici, che provavano che l'olio in partenza non era extra vergine, non sono utilizzabili
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari"È un processo a carico di questi cittadini provenienti da Israele sia stata già sollevata in udienza eccezionale"
D - Ho capito che non sono documenti originali
DOMENICO SECCIA - Pubblico Ministero Procura di Bari"Esatto e naturalmente questo è un problema di gravissima portata che indubbiamente condizionerà l'esito del corso dei processi e soprattutto quando nel contrasto di fenomeni transnazionali, procurerà moltissimi disagi"
autore, fuori campo:Quindi olio di semi trasformato per mare in olio di oliva si può accomodare in Italia ancora meglio di prima. E qui però entra direttamente in causa il nostro Governo
D - Partendo dal fatto che noi abbiamo sentito l'ispettorato repressioni frodi, diceva dato che non riusciamo ad individuare attraverso le analisi ufficiali queste frodi, noi cerchiamo queste sofisticazioni attraverso altre vie ad esempio attraverso il cartaceo, in base a questo ci sono dei processi in corso a Bari, a Trani per l'olio che viene dalla Turchia però chiaramente chi si deve difendere ha fatto ricorso alla legge sulle rogatorie
GIOVANNI ALEMANNO - Ministro delle Politiche Agricole"Che c'entra adesso la legge sulle rogatorie? Scusi? Ma che sta dicendo? Questa intervista mi sembra fuori luogo…"
Il Ministro Alemanno si toglie il microfono e lascia la stanza, interrompendo così l'intervista
IN STUDIO MILENA GABANELLIProviamo a spiegarci e ritorniamo sull'esempio della Procura di Trani. Qual è il problema? È che una società israeliana ha spedito spedisce dalla Turchia un carico con dell'olio vegetale, quest'olio fa scalo in un posto della Comunità Europea e poi riparte e sbarca a Barletta come olio extra vergine, come per magia per strada ha cambiato natura. Ora per portare in tribunale la società che ha compiuto la frode servono tutti i documenti che hanno accompagnato il carico dal porto di partenza. Questi documenti sono stati spediti in copia dalle autorità turche competenti alla procura di Trani ma secondo la nuova legge sulle rogatorie, gli atti che provengono da un paese straniero non possono essere in copia, pertanto il tribunale potrebbe non accettarli come validi.E ritorniamo al nostro olio, il miglior olio del mondo, e con i contadini che fanno la fame.
AutoreNel settore dell'olio extra vergine la differenza tra il costo della materia prima e il prezzo di vendita nei supermercati è davvero minima, queste aziende sembrano dei veri e propri benefattori, ad esempio questo extra vergine della grande raffineria di Monopoli viene rivenduto a 5900 lire 3 euro, com'è possibile se il prezzo di mercato della materia prima è fissato sulle 5500 lire?
D - 5900 lire al pubblico vuol dire che voi lo comprate a molto meno dai frantoi
MARIO RENNA - casa olearia italiana responsabile Qualità"Noi dai frantoi lo compriamo al prezzo di mercato, normalmente questo si aggira intorno alle 5000 lire"
D - Quindi a voi industria costa 5500 al litro e noi lo troviamo sul mercato a 7000 lire? guadagnate pochissimo?
STEFANO LEONANGELI - Direttore Generale Carapelli"Bé non guadagnamo molto"
AutoreDunque occhio al prezzo e, nonostante tutto, farsi furbo sulla lettura dell'etichetta, dove non viene specificata la provenienza vuol dire che sono miscele di olio italiano e estero, poi ci sono le miscele regionali e infine il dop, di origine protetta che certifica la provenienza di una zona. Per gli intenditori c'è addirittura l'olio che viene dal tipo della pianta, come per il vino!
LUIGI VERONELLI - scrittore"Ecco io penso che il futuro della, del consumatore delle diverse ma l'indicazione puntuale luogo per luogo, comune per comune"
ROBERTO SCOPO - distributore olio pregiatoPer il sud ha una potenzialità enorme l'80% dell'olio prodotto in Italia è nel sud, queste milioni di potenziali aziende che nascerebbero potrebbero dare del lavoro agli stessi figli cioè ci sarebbe un rientro in casa dove oggi da tutte le campagne sono scomparsi"
AutoreE adesso a chiudere il re dell'olio
D - Lei è Bertolli
GIULIO BERTOLLI"Si, sono io , direi di sì a buon diritto mi posso chiamare Bertolli"
Autore "Il signor Bertolli ha ancora gli uliveti di famiglia da cui fa un buon olio extra vergine"D - Lei lo vende quest'olio?GIULIO BERTOLLI"Diciamo che lo regalo, perché per vendere l'olio come lo faccio io, sa c'è un vecchio detto in campagna, in campagna bisogna scrivere tutto, anche i fiammiferi che vengono consumati, poi però, quando arrivi in fondo alla pagina non tiri mai le somme perché se fai la differenza tra l'attivo e il passivo smette di stare in campagna, non mi chieda a quanto dovrei vendere, ma sicuramente a 70.000 lire a bottiglia"
D - Comunque anche Bertolli ai suoi tempi importava l'olio dall'estero?
GIULIO BERTOLLI"Anche Bertolli importava l'olio dall'estero, l'importavano tutti dall'estero, perché principalmente le parlo degli anni 60' eprincipalmente la nostra fonte di importazione maggiore era la Spagna"
D - Che tipo di olio importavate?
GIULIO BERTOLLI"Ma dalla Spagna veniva tutto lampante"D - Tutto lampante, per cui si faceva l'olio d'oliva
GIULIO BERTOLLIL'olio d'oliva, l'olio d'oliva, l'olio, extra vergine veniva comprato in Toscana in Umbria ecco in queste zone qua anche dal sud Italia...si comprava il lampante, non si comprava l'extra vergine ma dell'extra vergine oggi tutti sono alla ricerca dell'extra vergine, poi troviamo le varie etichette, prima spremitura, spremitura a freddo, tutte diciture no perché poi… non lo so il mercato dell'extra vergine anni fa rappresentava il 10% della sua produzione ed era perché per pochi intenditori e di intenditori c'è ne erano pochi. Se lei vendeva un extra vergine a Milano le dicevano che era olio da motore!"
IN STUDIO MILENA GABANELLIE' vero, confermo. Pero' basta saperle le cose, e sapendole uno puo' scegliere in modo consapevole. Come dire occhio al prezzo, un olio buono costa, ma come dicono i medici, e' lo spazzino delle arterie !


C'è anche una seconda puntata della stagione 2002/2003 dedicata sempre all'olio.
Video qui (solo una parte della puntata è dedicata all'olio) e di seguito la trascrizione:

MILENA GABANELLI IN STUDIOE sull'inganno rimaniamo. Un inganno che sarebbe più corretto definire "furbizia". Parliamo dell'olio d'oliva, il nostro, il migliore del mondo.Ce n'eravamo occupati l'anno scorso, e saltava fuori che proprio tutto italiano non è.
SINTESI
MILENA GABANELLI IN STUDIOIl problema é che per punire il responsabile di una frode occorrono tutti i documenti, dal porto di partenza fino a quello di sbarco. La proposta di legge sulle rogatorie, in discussione quando era stata realizzata l'intervista non prevedeva come validi i documenti in copia, ma solo gli originali, e questo rendeva più difficile il compito del magistrato. Ma ritorniamo sull'etichetta. A distanza di un anno é diventata più trasparente? Questa tutela del prodotto italiano c'é o non c'é? Bernardo Iovene é tornato per i supermercati.
AUTOREE' passato un anno, sugli scaffali dell'olio notiamo che le bottiglie sono coronate da vari collarini e bollini di qualità, tra i quali uno addirittura porta il timbro della Repubblica Italiana e l'intestazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, interessante!
CONSUMATORE INTERVISTATOQuesto potrebbe essere un vantaggio per il consumatore che c'é garantito dal Ministero e come qualità dovrebbe essere una garanzia per il consumatore.
CONSUMATORE INTERVISTATOE' un prodotto affidabile, io penso che questo prodotto qui confermi che l'olio sia italiano.
AUTOREQuesta é in assoluto la prima volta che il Ministero sponsorizza un olio.Andiamo a chiedere come mai.
TERESIO DELFINO - Sottosegr. Politiche AgricoleC'é qualche imprenditore intraprendente che, qualche volta, cammina più di quelle che sono le possibilità offerte dalla normativa. Il Ministero non sponsorizza marchi e prodotti singoli di un'azienda.Questa é una fascetta abusiva.
AUTORE Quindi una fascetta abusiva. Infatti, la repressione Frodi sequestra, nel mese di febbraio, le bottiglie con questa etichetta. In totale le etichette sequestrate sono due milioni e la Procura di Torino ha ipotizzato i reati di uso contraffatto del sigillo dello Stato e frode commerciale. Il Dott. Guariniello conduce le indagini ma non vuole parlarne.
RAFFAELE GUARINIELLO - Procuratore Aggiunto di TorinoNon le posso dire niente. In effetti, cosa le posso dire?
D - Senta, per cui questo collarino, comunque, é irregolare?
RAFFAELE GUARINIELLO - Procuratore Aggiunto di TorinoLa valutazione sulla regolarità è sempre bene affidarla al giudice.
D - Adesso vi siete mossi su un'ipotesi di reato che é la frode commerciale.
RAFFAELE GUARINIELLO - Procuratore Aggiunto di TorinoBeh, Se lei é già informato di tutto non vedo perché deve farmi la domanda.
AUTORERicordiamo che il sequestro é avvenuto nel mese di febbraio ma il 4 aprile in un supermercato di Bologna troviamo ancora gli scaffali pieni delle bottiglie con i collarini abusivi, ma il Sottosegretario alle Politiche Agricole questo non lo sa.
TERESIO DELFINO - Sottosegr. Politiche AgricoleAdesso, rispetto a questo episodio specifico, certamente la bonifica, anche per iniziativa dell'azienda, é integrale perché é stata fatta la verifica su tutto il territorio nazionale e, quindi, abbiamo avuto conferma che l'azienda ha ritirato.
NICOLA RUGGIERO - Presidente Consorzio Qualità I bollini sono stati già ritirati pochissimi giorni dopo questo "allarme generale".
AUTOREMa le bottiglie sono sempre lì, anzi, le troviamo anche in un altro supermercato e siamo al 15 aprile con l'entusiasmo della gente ignara.
CONSUMATORE INTERVISTATO al supermercato n° 8E' una cosa in più che mi da garanzia.
D - Perché c'é il timbro del Ministero?
CONSUMATORE INTERVISTATO al supermercato n° 8Perché c'é il timbro. A volte dicono che chi legge il cartello non mangia il vitello, però non lo so.
CONSUMATORE INTERVISTATO AL SUPERMERCATO n° 9Penso che sia senz'altro importante, perché é un controllo, almeno me lo auguro, no?
AUTORE Il consorzio extra vergine di qualità comprende molte aziende famose e anche la più grande associazione di agricoltori: la Unaprol.Il consorzio ha ottenuto il patrocinio del Ministero ma di tutte le ditte solo la Bertolli é uscita con questo collarino.
NICOLA RUGGIERO - Presidente Consorzio QualitàSe fosse stata una strategia tutte le aziende avrebbero dovuto avere quel collarino. Le aziende non hanno tutte quel collarino, si é trattato di una partita.Peraltro, lei sa benissimo, se vuole possediamo il documento, che la stessa Bertolli, dopo due giorni ha ammesso che si trattava di un errore.
AUTORE Noi sappiamo ciò che ci ha scritto direttamente la Bertolli, e cioè che l'errore é consistito nella omissione involontaria nella fase di stampa dell'indicazione "Con il patrocinio del.." accanto all'emblema di Stato.La Bertolli, a parte l'errore di stampa, non ha sbagliato perché il patrocinio c'é e questo telegramma ne é la prova : "si comunica che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha concesso patrocinio a favore di codesto Consorzio"; il mittente? Il Ministero. Intanto le altre associazioni di produttori hanno protestato.
GENNARO FORCELLA - Presidente FederolioMettere sul mercato un prodotto con una etichetta, con un collarino - come vuol dirsi - che rappresentasse logo della Repubblica Italiana, lo trovo scorretto, pur avendo un patrocinio.
AUTOREUn'altra contestazione riguarda la dicitura sul collarino della garanzia del controllo dell'olio dal produttore alla tavola.
GENNARO FORCELLA - Presidente FederolioTrovo difficile che si possa essere messo in piedi un progetto di tracciabilità andando a vedere in Tunisia come in Spagna o in Grecia, qual é stato il produttore o il campo che ha prodotto quelle olive, mi sembra azzardato… Mò me fa litigare con tutti.
AUTOREIl punto é che sulla sponsorizzazione del Ministero ci sono state anche interrogazioni parlamentari dai Deputati della stessa maggioranza.
GIUSEPPE BONGIORNO - Senatore ANPerché in questo modo si viene a garantire come prodotto di alta qualità, é prodotto anche un olio che é oggetto di miscelazione tra oli italiani e oli non italiani.
FLAVIO ZARAMELLA - Presidente Mastri OleariPer legge dovrebbe sponsorizzare le certificazioni, cosiddette legali, come dicevo prima, cioè le DOP e le IGP e purtroppo in questo caso non é stato fatto. Quindi, é evidente che il Ministero si é messo in una condizione di illegalità.
D - Cos'é un olio DOP?
CONSUMATORE INTERVISTATO al supermercato n°9Cos'é l'olio DOP? No.
D - Un olio IGP?
CONSUMATORE INTERVISTATO al supermercato n°9Neanche.
CONSUMATRICE INTERVISTATO al supermercato n°10Dunque, l'avevo letta questa storia…
D - Sa che cosa é un olio IGP?CONSUMATORE INTERVISTATO al supermercato n°11No.
D - E un olio DOP?
CONSUMATORE INTERVISTATO al supermercato n°11No.
AUTORE I marchi DOP e IGP indicano esattamente la zona di provenienza dell'olio.E' il prodotto tipico italiano più ricercato nel mondo.Ci si aspetterebbe dal Ministero un sostegno in questa direzione, invece il sostegno viene dato ad un Consorzio che rappresenta il 60% del mercato.La maggior parte é olio di importazione e questo va a scapito del prodotto tipicamente italiano.Questa é DOMENICA IN del 13 Aprile."E allora quando acquistate un olio extra vergine d'oliva fate attenzione al bollino dorato e alla Q verde.Q verde patrocinata dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali".
AUTORE Il Signor Ruggiero é presidente dell' Unaprol, e Presidente della Coldiretti della provincia di Bari. Nella stessa città é membro della giunta della Camera di Commercio e Presidente, a Bruxelles, del gruppo permanente Olive e Prodotti Derivati e Presidente di Oliveti di Italia ed é anche il Presidente del Consorzio che ha ottenuto il patrocinio.
AUTORE Sentendo altri produttori mi dicono che, praticamente, siccome lei porta voti il Ministro ha firmato questo patrocinio.
NICOLA RUGGIERO - Presidente Consorzio QualitàTutti sanno che non sono di AN, tutti sanno che sono stato candidato nel Partito Popolare alle europee scorse , quindi questo paragone é un paragone di qualche pellegrino. Il problema vero é che io, insieme agli altri, porto progetti, qualche altro invece richiede solo portarsi i progetti.
AUTORE E' un'iniziativa unica che ha fatto adesso il Ministero, non ha mai patrocinato un consorzio di olio.
NICOLA RUGGIERO - Presidente Consorzio QualitàNon l'ha mai patrocinato perché non c' erano altre richieste.
MILENA GABANELLI IN STUDIOIl Signor Ruggiero é stato bravissimo, ha presentato un progetto, il cui senso é chiarissimo, e il Ministero gli ha dato il patrocinio. E poi, il Ministero smentisce se stesso, dicendo che é stato fatto un abuso. Trovate voi le parole…

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